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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo il pensiero del titolare di una pizzeria di Reino dopo la decisione assunta dalla Regione Campania sulla riapertura con servizio delivery delle attività commerciali alimentari. L’opinione di Pio Calzone va ad aggiungersi a quella di un commerciante beneventano di via Napoli, raccolta da Anteprima24 nella giornata odierna

Gestisco una pizzeria a Reino, un paese di 1.000 abitanti. Volevo esprimere un mio pensiero sull’ultima ordinanza della Regione Campania che riguarda la riapertura delle pizzerie con il servizio delivery. Grazie Presidente De Luca, ma noi a queste condizioni non siamo interessati a riaprire in data 27/04/2020.

1- Ci viene permesso di effettuare solo consegna a domicilio (Non ci interessa perché in un paese di 1000 abitanti non siamo attrezzati per il Delivery)

2- Ci viene chiesto di rispettare tutte le regole per la preparazione dei cibi. (Siamo d’accordo ma non per tutto: perché è praticamente impossibile lavorare con guanti, tuta, copri-scarpe e mascherina (tutto monouso) a contatto con il forno dove vengono cotte le pizze ad una temperatura di circa 450 gradi)

3- Ci viene chiesto di sanificare e igienizzare i locali una volta al giorno (Già lo facciamo HCCP) ma ci chiedete comunque di fornirci e compilare un altro registro.

4- Ci viene chiesto di sottoporre i dipendenti a visita medica e di misurare febbre all’ingresso nei locali. (siamo d’accordo)

5- Ci viene chiesto di sanificare mezzi per il trasporto a domicilio (non possediamo mezzi e non siamo intenzionati a servirci di corrieri che porteranno altre spese)

Potrei elencare ancora numerose assurde richieste. Vi chiediamo che contagio può avere una pizza cotta a 450 gradi e una volta fuori dal forno posta subito in scatola (certificata) per alimenti?

Vi chiediamo, che contagio ci può essere se una persona ordina per telefono e poi ritira su un tavolo igienizzato davanti la porta del locale senza avere contatto con nessuno e con pagamento online o altre opzione purché senza contatto?

Vi chiediamo perché una volta igienizzato il locale destinato alla preparazione e una volta igienizzati i lavoratori, non avendo contatti al di fuori del locale con altre persone, bisogna ancora mettere tuta, guanti, mascherina e copri scarpe?

Vi chiediamo quante persone si crede possano ordinare pizza da asporto o consegna a domicilio? (una media non superiore alle 20/30 al giorno)

Vi chiediamo, dovendo rispettare e quindi anche affrontare spese per garantire tutto cio, a che prezzo dovremmo vendere la pizza?

Vi chiediamo qual è la differenza tra un panificio ed una pizzeria? Se permettete ve lo dico in poche parole: il panificio prepara impasto, poi prepara panelli per lievitazione, poi inforna, poi va il cliente ordina, glielo serve, si fa pagare e tutto è fatto. Per Le Pizzerie è la stessa cosa. Nulla contro i panifici che sono stati chiamati ad esporsi in prima fila e credo che anche per loro non ne sia valsa la pena perché nei nostri piccoli paesi il pane viene venduto ad 1,00 euro al Kg .

Veda, signor presidente, bisogna vivere le realtà dei piccoli centri per poi poter agire e decidere in maniera seria ed onesta. Noi teniamo ai nostri clienti perché loro sono il nostro pane, e sappiamo che in questo periodo non possiamo chiedere altri ulteriori sacrifici. Anzi, la nostra intenzione è quella di venirgli incontro in qualche modo. E’ per questo che non siamo intenzionati ad aprire lunedì 27 aprile 2020. E aspetteremo decreti e/o Ordinanze più applicabili che siamo sicuri arriveranno”.