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Benevento – Secondo un rapido calcolo, per la sentita sfida contro il Bari, al Vigorito erano attesi oltre 7.500 beneventani. Non è andata così. Dando per scontato che i 482 tifosi sanniti che nei giorni scorsi avevano acquistato il biglietto fossero presenti, una larga fetta dei 7.137 abbonati stagionali ha preferito assistere alla partita dal divano, frenata dal maltempo e forse dalla tenebrosa classifica. Tanti spazi vuoti nel piovoso pomeriggio sannita. Un fenomeno che ha colpito tutti i settori, dai Distinti alla Tribuna, fino ad arrivare alla Curva Sud, dove, però, lo zoccolo duro, come al solito, ha risposto presente incitando la squadra di Cannavaro dal primo all’ultimo minuto.

Sui gradoni è stato spettacolo puro con schermaglie e sfottò tra le due tifoserie che si sono dedicate cori a vicenda. Le due curve non se le sono mandate a dire, ma sono comunque rimaste nei canoni della sportività, agevolate da un servizio d’ordine che ha funzionato alla perfezione. Rumorosa e colorata la presenza dei tifosi baresi che hanno popolato il settore ospiti. Erano stati 1.399 i tagliandi polverizzati in Puglia, numero che si è tradotto in un vastissimo repertorio di cori (uno addirittura sulle note di Tonino Carosone) e in una pittoresca coreografia con sventolìo di bandiere nelle fasi iniziali della partita.

Dall’altra parte i sanniti hanno sofferto e lottato con i loro giocatori, tutti insieme, alla disperata ricerca di una vittoria che manca dall’ormai lontano 3 settembre (0-2 a Venezia). Come già accaduto in occasione dell’ultima gara interna contro il Pisa, gli sforzi di Letizia e compagni sono stati applauditi a fine partita da un pubblico, quello presente, che sta dimostrando di comprendere con grande maturità il momento difficile attraversato dalla squadra.

Lo stesso Cannavaro ha tenuto a sottolineare nel post partita che ancora una volta i sostenitori della Strega sono stati encomiabili e di come abbiano fornito energie supplementari ai suoi ragazzi. Un’operazione di grande tenacia portata avanti dall’intero ambiente, che vuole rimanere in piedi nonostante la bufera.

Le parole di Paleari a fine match sintetizzano al meglio un concetto da cui ripartire: “Ho vissuto la città in questi giorni e ho capito quanto fosse importante questa partita per i tifosi, avrei voluto regalar loro una parata sul calcio di rigore di Cheddira”. La gente ha compreso e al novantesimo ha dedicato alla squadra l’abbraccio sulle note di uno dei cori più significativi: “Che vinca o che perda, noi siamo sempre qua…”.
Un messaggio chiaro, loro non mollano.
Prima o poi il sereno tornerà.