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Benevento – Una vicenda complessa, ricca di stranezze e di nodi che, dopo 2 anni e mezzo, pare stiano venendo al pettine. Parliamo della questione relativa al servizio di riscossione dei tributi del Comune di Benevento gestito dalla società Soget.

E così, per fare un quadro accurato dell’ingarbugliata situazione, l’associazione Altrabenevento ha convocato una conferenza stampa in cui, attraverso diversi passaggi chiave, ha illustrato lo stato dell’arte.

E’ necessario ricordare, però, che il servizio di riscossione tributi del capoluogo ha vissuto gravi problemi già nel recente passato con le vecchie società, prima Digep e poi Gosaf, aggiudicatarie di tale importante servizio. Proprio a causa dei problemi, anche giudiziari, delle suddette società, da Novembre 2015 il Comune di Benevento decise di affidare per poco meno di 6 mesi e senza bando di gara europeo, il servizio alla Soget. E lo fece attraverso degli inviti, modalità permessa dalla legge visto la breve durata dell’appalto,  proprio alla Soget e ad un’altra società che non si adoperò moltissimo per aggiudicarsi il servizio.

Da qui, ha sottolineato Altrabenevento, nasce il primo grosso problema. Quell’incarico non è durato sei mesi ma, anzi, continua a perdurare nel tempo: “La Soget  incaricata in via d’urgenza e per sei mesi, senza gara d’appalto perché l’importo non superava la soglia europea, da due anni e mezzo incassa direttamente diversi milioni di Imposte comunali, tra cui quelle per dei tabelloni pubblicitari abusivi, con garanzie minime per il Comune”.

Soget, infatti, gestisce sia la riscossione dei tributi relativi alla pubblicità e alle pubbliche affissioni, versando nelle casse dell’Ente il minimo garantito annuale di 350.000 euro, sia la riscossione coattiva di tasse quali IMU, TARI, TOSAP, Verbali del Codice della Strada, per un presunto valore di 10 milioni di euro, che dovrebbe versare poi al Comune dopo aver trattenuto un 10%.

Altrabenevento si chiede: “Soget fa questo? E con quali garanzie per l’Ente?. Il Comune corre grossi rischi.  Il più grande è che la ditta non versi gli incassi come è successo per la Diget e la Gosaf già finiti in provvedimenti giudiziari. Ciò perché la Soget ha continuato e continua a gestire il servizio con un polizia fidejussoria che assicura un massimale di 21.000 euro calcolato su un contratto di 6 mesi a fronte, invece,  di due anni e mezzo di riscossioni”.

Ecco un nuovo passaggio che sollecita a una riflessione. Perché dopo i sei mesi d’urgenza non si è proceduto ad affidare il servizio ad altra società attraverso un bando di gara e un nuovo contratto? Altrabenevento prova a rispondere: “Il concorso è ancora in atto e va avanti dagli inizi del 2016. Non si è ancora concluso e pare che non si concluderà a breve perché la Commissione dovrebbe aver annullato alcuni suoi verbali dovuti a problemi con il consulente informatico. In questi due anni e mezzo, in cui per cinque mesi l’amministrazione Mastella sospese la gara (da novembre 2016 ad aprile 2017,) il servizio è rimasto nelle mani di Soget”.

A preoccupare Altrabenevento sono anche i conti correnti Soget in cui vengono versati i soldi dei contribuenti e dei morosi: “I conti correnti Soget autorizzati dal Comune sono due ma l’azienda prima ne usa un terzo non previsto e poi addirittura un quarto riferibile a un Banco di Napoli di Taranto che è completamente diverso dal conto della Banca Etruria che era previsto nel contratto siglato col Comune” “L’Ente  – insiste Altrabenevento –  deve sapere con certezza dove sono i suoi soldi e poter accedere ai conti correnti attraverso le password  per fare le opportune verifiche”.

Da questo punto, durante la conferenza stampa, saltano fuori altre questioni opache o comunque da chiarire e che riguardano proprio le verifiche, i controlli, la trasparenza e gli effettivi requisiti posseduti da Soget nel gestire il servizio: “Ci sembra molto strano che sul sito del Comune non si possa prendere visione di quella gara che ormai possiamo definire fantasma. L’amministrazione non chiarisce nemmeno se la Soget ha presentato i rendiconti ma sappiamo per certo che ha versato in ritardo le rate del Minimo Garantito (350.000 euro totali) sulle imposte comunali pubblicitarie e di pubblica affissione e solo a seguito di sollecito/diffida da parte del Settore Finanze che si è accorto del fatto dopo circa un anno”.

E infine – ricorda Altrabenevento – resta il problema dei requisiti. L’ ANAC  ha stabilito che le stazioni appaltanti, a loro giudizio, possono valutare se esiste un rischio nel contratto e se la società hanno avuto problemi in altre situazioni.  Bene, il Comune di Benevento fece una verifica veloce nel maggio del 2016 ritenendo che il fatto che la Soget avesse avuto una rescissione contrattuale con un Comune delle Provincia di Taranto non fosse grave. Inoltre, è previsto un controllo costante dell’operato dell’azienda per tutta la durata dell’appalto ma il Comune non lo fa nemmeno dopo che la Soget, ultimamente, è stata rinviata a giudizio sia Pescara che a Salerno”.

Dunque, ricapitolando assenza di trasparenza, di requisiti, di versamenti tardivi, di conti correnti sconosciuti all’Ente. E ancora, cauzioni irrisorie e per concludere strane notifiche.

Altrabenevento, infatti, si sofferma su questo passaggio assai particolare: “Agli inizi di febbraio sono stati pubblicati all’albo pretorio online del Comune di Benevento, sette comunicazioni con le quali Soget dalla sua sede di Taranto annuncia di aver depositato presso la nostra “casa comunale” in un solo giorno, il 6 febbraio, 178 notifiche per contribuenti morosi e irreperibili attesa l’assenza nel territorio del comune, di una loro abitazione, ufficio o azienda. Negli elenchi pubblicati solo per alcuni giorni  – rimarca Altrabenevento – compaiono, però, anche un notissimo Hotel cittadino, una Banca, un accorsato negozio di abbigliamento, una dolciaria ed altre attività commerciali note. Possibile mai – si chiede l’associazione – che i qualificatissimi notificatori della Soget non abbiano trovato la sede di queste aziende che invece tutti conoscono?”

Ad aggiungere dubbi e grattacapi al Comune di Benevento, ci ha pensato anche il Codacons che qualche giorno fa ha evidenziato il fatto che: “anche tutte le riscossioni delle tasse precedenti al dissesto, quindi dall’11 gennaio 2017, devono essere autorizzate dalla Commissione liquidatrice. Senza quella autorizzazione da rilasciare alla Soget, gli atti di riscossione sono nulli”.

Vedremo se  e come l’Amministrazione Comunale riuscirà a venire a capo di questa ingarbugliata matassa tributaria, “in attesa che – attacca Altrabenevento – qualche consigliere comunale tolga la testa da sotto la sabbia per vedere cosa succede”.