- Pubblicità -
Tempo di lettura: 5 minuti

Benevento – Emergenza sovraffollamento nelle carceri, un tema di stretta e costante attualità che e’ stato affrontato questa mattina in un convegno organizzato da +Europa presso Palazzo Paolo V. Il teatro scelto per parlare di un problema che e’ italiano e campano e che, spesso, viene trattato, in maniera del tutto marginale dalla politica.

Un incontro utile per parlare due tre temi principali: il sovraffollamento, appunto, la riabilitazione del detenuto e la riforma della giustizia.

Pochi parlano di questi argomenti – cosi’ ha cominciato Alfonso Maria Gallo, esponente della segretaria nazionale di +Europa – e quando se ne parla si ha l’idea che il carcere sia solo un meccanismo di punizione. In Italia c’e’ una situazione drammatica. Si parla troppo spesso di suicidi e non dovrebbe essere cosi’. Chi ha commesso un errore deve essere riabilitato, allontanandosi da quell’idea di ‘buttare via la chiave'”.

A Benevento esiste un istituto carcerario importante, affollato e con tante problematiche – queste le parole di Vittorio Vallone di Benevento +Europa. Certo, da un lato ci vuole la certezza della pena ma dall’altro deve esserci la depenalizzazione dei reati minori. Non bisogna mai dimenticare che il carcere e’ tempo che viene tolto alle persone ma, allo stesso tempo, bisogna fare attenzione alle persone pericolose che, spesso, continuano le loro attività all’interno delle carceri”.

Per la presidente dell’assemblea nazionale di +Europa, Manuela Zambrano, il gruppo politico ha “una bella componente radicale che da sempre e’ sul pezzo su questi argomenti. Per decenni abbiamo lavorato con Marco Pannella su questi temi. Non c’e’ solo la questione dei detenuti ma anche la gestione dell’ambito carcerario. Esiste un mondo fatto di persone che vivono da detenuti tra detenuti. Il tasso di suicidi tra i poliziotti penitenziari e’ altissimo. Il ‘Salvini’ di turno ci serve poco quando crea carceri invivibili anche per i lavoratori. Inoltre, c’e’ la questione dei reati minori con persone che entrano in contatti con veri criminali e si trasformano in persone che possono commettere reati piu’ gravi. Devono esserci tante misure alternative”.

Dopo questi primi saluti, il dibattito e’ entrato nel vivo con l’accorato intervento da parte di Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania.

Del carcere non se ne frega nessun partito. Tutti hanno visto quello che è accaduto a Santa Maria Capua Vetere, una ‘mattanza di Stato’ trasformata in ‘depistaggio di Stato’. Durante quel periodo, nessun deputato e senatore campano si e’ interessato, ci ha dovuto pensare il deputato Magi a chiedere le carte. La politica considera il carcere una risposta semplice a bisogni complessi ma il carcere non deve equivalere alla tumulazione delle persone. I problemi, pero, sono tanti. Dal 2006 non c’e’ stato un manipoli di coraggiosi che ha pensato ad amnistie e indulti per alleggerire il pianeta giustizia. Nessuno si occupa della polizia penitenziaria, il lavoro piu’ duro dopo quello dei minatori. Inoltre, in 189 istituti, l’ultimo concorso per direttori e’ di 25 anni fa e alcuni di loro gestiscono cinque istituti in contemporanea”.

Il garante Ciambriello, poi, sposta l’attenzione sulla questione dei carceri minorili.

Sono 17 gli istituti per minori: 333 ragazzi e 204 sono immigrati. Un problema che si innesta in un altro. E mancano i mediatori linguistici. Tutti hanno ascoltato la storia delle due evasioni da Airola e questi non erano figli di camorristi. A Benevento, invece, abbiamo 8 posti per detenuti malati di mente e altri 20 pronti a entrare in questo programma. Beh, dal 14 dicembre nell’istituto non entra uno psichiatra. Nel caso di queste persone, molto spesso le denunce arrivano direttamente dai familiari che sperano in un recupero nel carcere, ma il piu’ delle volte non e’ cosi'”.

Oggi parliamo di un argomento di nicchia”. Cosi’ fa il suo esordio Luigi Diego Perifano, presidente provinciale della LIDU, oltre che esponente della minoranza a Benevento.

Ho ascoltato con grande attenzione le parole del garante Ciambriello e devo dire che siamo di fronte al rischio concreto che il periodo di carcerazione diventi l’università del crimine. Le risposte non sono incoraggianti e il carcere e’ veramente lontano da processo di rieducazione. Il dato del sovraffollamento e’ una costante da decenni e questo e’ alla base di suicidio e autolesionismo. il dato della Regione Campania e’ allarmante e preoccupante: siamo di fronte al fallimento di un progetto riabilitativo. La condizione carceraria e’ una condizione aggravante che porta ad estreme conseguenze. Stesso problema e’ la mancanza di un meccanismo tra carcere e mondo del lavoro”.

Atto d’accusa da parte di Perifano nei confronti della carcerazione preventiva.

E’ la dimostrazione piu’ chiara di un fallimento della giustizia. Molto spesso i Procuratori ricorrono a questa misura che abbatte la dignità personale ed e’ un’aberrante anticipazione della pena”.

La conclusione e’ toccata a Piercamillo Falasca, neo Vicesegretario Nazionale di Più Europa.

Si pensa, molto spesso, che sia il cittadino a volere delle risposte semplici dalla politica. Del tema della giustizia a nessuno interessa e spesso anche il mondo dell’informazione non risponde come dovrebbe. Il carcere e’ solo la punta dell’iceberg di un problema enorme che sta a fondo. La giustizia e’ come la salute, ci si accorge solo quando si crea il problema. Viviamo in un paese dove non c’e’ la certezza del diritto e non solo della pena. La riforma? Come +Europa saremo a favori se ne discuterà. Penso che bisogna parlare di legalizzazione delle droghe leggere adottando una soluzione complessa a un problema complesso. Dobbiamo incalzare Nordio sulla separazione delle carriere sia se siamo in opposizione che in maggioranza. Noi andiamo alla radice per risolvere un problema. Vogliamo continuare a sensibilizzare gli italiani sfidando le correnti”.