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Annullata dal Tribunale del Riesame di Napoli l’ordinanza nei confronti di Pietro Luciano, 58 anni, di Bonea, Maurizio Arena, 46 anni, e Pierluigi Gagliardi 34 anni, entrambi di Montesarchio. Ai tre era stato applicato l’obbligo di firma in merito all’inchiesta per lo spaccio di droga in piazza La Garde a Montesarchio, in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Benevento su richiesta dalla Procura all’esito delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Montesarchio. Per altre quattro persone chiamate nell’inchiesta non era stata adottata alcuna misura. Oggi il Tribubale del Riesame, accogliendo le tesi degli avvocati Teresa Meccariello, Vittorio Fucci e Daniela Martino, ha annullato l’ordinanza.

L’INCHIESTA 

L’indagine parte da un sequestro dei Carabinieri di Montesarchio nell’ottobre 2021, quando i militari avevano rinvenuto numerose dosi di sostanze stupefacenti a piazza La Garde, suddivise in 20 grammi di marijuana e 30 grammi di hashish. Dopo il primo sequestro i militari decisero di installare tre videocamere nel parcheggio presente in piazza, e avviare intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, pedinamento e controllo, perquisizioni e sequestri al fine di individuare i soggetti che si cimentavano nell’attività di spaccio. Più precisamente, durante i diversi mesi in cui sono stati svolti gli accertamenti, si è riuscito a ricostruire la presenza, di un vero e proprio mercato di stupefacenti. L’attività investigativa, dunque, ha permesso di ricostruire decine di episodi di spaccio commessi fino al mese di luglio 2022, procedere all’arresto in flagranza di due persone, identificare circa ottanta acquirenti di sostanza stupefacente e sequestrare circa 800 grammi di marijuana, 200 grammi di hashish, 30 grammi di cocaina e 15 grammi di crack. Si è scoperto che Uliva, Avella e Campanile avevano trasformato piazza La Garde in un vero e proprio market della droga. Le telecamere avevano registrato, dal dicembre 2021 al marzo del 2022, una rilevante attività di spaccio messa in atto dai tre indagati. Era stata avviata anche un’attività di intercettazione di conversazioni nell’auto di Uliva, una Fiat Panda, dove dai dialoghi si è potuto riscontrare l’illecita attività. Il cuore dell’inchiesta è composta proprio dalle intercettazioni e dai riscontri dati anche da 80 episodi di spaccio.