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Benevento – E’ andata male, ma lo sport è anche questo. Lo hanno capito gli spettatori di un Pala Parente ribollente di entusiasmo e curiosità al termine del confronto di basket tra la Miwa Energia di Bruno Annecchiarico e la Pallacanestro Salerno di Francesco Monteleone. La categoria non è di quelle prestigiose (parliamo di una serie D), ma proprio questo rende l’idea della fame degli sportivi sanniti amanti della palla a spicchi. La cartina di tornasole è l’atmosfera trasmessa alla squadra, che pur non essendo riuscita ad esaltarsi nel match clou contro un avversario solido e quotato, ha apprezzato, applaudito e ringraziato tutti dopo la sirena. Scene di un certo spessore sia per chi assisteva che per chi in campo è stato protagonista, costretto ad arrendersi dopo ben sette vittorie consecutive. 

Sui gradoni del Pala Parente tante famiglie. Mamme, papà e figli al seguito hanno applaudito, incitato e sostenuto Iarriccio e compagni soprattutto nel momento di difficoltà, facendo salire i decibel in un ultimo quarto che se non fosse stato per il divario registrato al 30′ avremmo definito palpitante e – chissà – miracoloso. Un sostegno di cuore dei tanti appassionati presenti, ma anche di “voce” da parte di uno spicchio giovane ma già goliardico e corretto. Quello dal quale seguono la partita i giovani tifosi della Miwa, tutti o quasi al di sotto dei 20 anni. Si dividono tra il calcio e il basket, ma non mancano mai nell’apporto sia in casa che nelle vicine trasferte. “Facciamoci sentire”, urlava qualcuno di loro nel finale, quasi arringando la folla, esortandola ad alzare la voce. Dettagli che lasciano ben sperare per il futuro, al di là del risultato del campo. Spiragli, se vogliamo, o forse occasioni.

La pallacanestro a Benevento da quest’anno ne ha una preziosa. Aggregante, interessante e soprattutto coinvolgente. “Che vinca o che perda…”, cantavano quei ragazzini. Sta di fatto che di sicuro, magari in maniera del tutto inconsapevole, il basket a Benevento sta tornando a diventare un passatempo anche per chi non lo gioca. Ed è una vittoria che la città può regalare soprattutto a se stessa.

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