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La vedo”, “non la vedo”. Non è la conseguenza di un trucco di magia, solo il classico giochino che ogni tesserato di una squadra di calcio adopera quando gli si chiede della classifica. La verità è racchiusa nelle parole di Alberto Paleari, proferite nel post partita contro il Palermo, subito dopo una sconfitta bruciante. “Chi dice che non guarda la classifica mente”, fu l’ammissione del numero uno giallorosso. Un’affermazione che si fa fatica a smentire, nonostante le classiche frasi di circostanza, perché la classifica aiuta a lavorare meglio, trasmette serenità.

Prerogative che il Benevento di Fabio Cannavaro sta finalmente riscoprendo e iniziando ad assaporare. I sei punti conquistati nell’arco di tre giorni tra Parma e Cittadella hanno permesso alla Strega di assestarsi in una posizione relativamente tranquilla, arrivando a toccare quota 21 punti. Un primo piccolo obiettivo centrato, ma l’opera non può ritenersi di certo compiuta.

Un sorriso ritrovato, tanto dal trasformare la delusione dovuta a un avvio di stagione complicato nell’ amarezza di ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Il bicchiere degli ottimisti, si sa, è sempre mezzo pieno e da ieri sera in molti hanno iniziato volgere lo sguardo verso l’alto, sottolineando come il Benevento si ritrovi appena a due lunghezze dai play off.

Un pericolo immediatamente fiutato da Cannavaro, consapevole di poter vedere la sua squadra trasformarsi in un novello Icaro. Prima di arrivare a volare troppo vicino al sole, il tecnico ha saggiamente gettato acqua sul fuoco. “Classifica? Guardo dietro, l’esperienza iniziale mi consiglia di fare così”, ha sottolineato l’allenatore subito dopo il successo sul Cittadella. Il margine di sicurezza, infatti, non è ancora di quelli rassicuranti: sono due anche i punti di distanza dai play out.

L’esperienza di certo non manca a chi in carriera ha fatto incetta di trofei. La consapevolezza che, con una graduatoria così corta come quella dell’attuale serie B, basta un nulla per risalire o per ritrovarsi nuovamente impantanati. Ecco perché Cannavaro, nonostante il secondo successo di fila e la prima vittoria al “Ciro Vigorito” della sua gestione, ha preferito vestire i panni del pompiere e spegnere i facili entusiasmi: “Se molliamo un centimetro torniamo nelle paludi e questa squadra non è abituata”.

Un messaggio che nasconde la consapevolezza dei limiti attuali del suo Benevento, ma il calcio è fatto così, basta un nulla per accendere la fantasia e la passione dei tifosi. Sognare in grande, tuttavia, potrebbe risultare deleterio per una squadra non ancora brillante, alle prese con diversi problemi e che si è solo incamminata sulla strada giusta. La necessità, insomma, di proseguire lungo il cammino tracciato negli ultimi 180 minuti, pensando di partita in partita.

Per tirare le somme ci sarà tempo a fine girone di andata, adesso l’obiettivo dovrà essere solo la trasferta di Modena per provare a infrangere un altro tabù: quello delle tre vittorie consecutive. Un filotto che alla Strega manca dallo scorso aprile, quando l’allora formazione di Fabio Caserta mise in fila quattro successi battendo Pisa, Reggina, Vicenza e Pordenone. La chiave per poter veramente sognare, del resto, è racchiusa in una sola parola: “continuità”.