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Benevento – Pareri divergenti tra le Autorità e gli stessi tecnici per venire a capo della situazione venutasi a creare dopo il devastante incendio allo Stir di Casalduni dello scorso mese di agosto.  Convocata dal Prefetto Francesco Cappetta, l’ ennesima riunione in merito alla vertenza della Samte e più in generale sulla crisi incombente dei rifiuti nel Sannio si è conclusa con un possibile percorso amministrativo, ma anche con molti punti interrogativi senza risposta. Il problema di fondo è capire chi deve mettere mano alla tasca per sanare il rosso cupo della Samte, dovuto ai troppi debiti creati dai Comuni morosi,  dagli elevati costi gestionali dei conferimenti fuori Provincia e dalla manutenzione delle discariche post mortem. Presenti il Presidente della Provincia Antonio Di Maria con il consulente Nicola Boccalone, l’Amministratore unico della Samte Domenico De Gregorio con il suo advisor legale Antonio Pio Morcone e la Dirigente dall’Arpac Elina Barricella.

Il summit in Prefettura è andato avanti per circa due ore. La prima questione affrontata è stata posta dal Prefetto, il quale, alla luce di una sollecitazione da parte della Regione Campania e personalmente del Vice Presidente Fulvio Bonavitacola, ha sollevato la questione della riapertura della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte per consentire il conferimento dei rifiuti incombusti rimasti nello Stir. Ma su questo punto si è avuto il primo stop. Infatti Di Maria ha detto che si può parlare di riaprire quella discarica solo dopo il completamento della bonifica e messa in sicurezza. Possibilista invece De Gregorio secondo il quale però occorre rimettere in produzione lo Stir. Già, ma con quali risorse finanziarie? Secondo De Gregorio i fondi dovrebbero arrivare dalla Provincia che però al momento non ha nemmeno il Bilancio di previsione. Se ne occuperà comunque il Consiglio Provinciale giovedì prossimo, nei fatti già decaduto il 10 gennaio scorso. Proprio per questo, probabilmente, nessun consigliere uscente si assumerà una simile responsabilità. In ogni caso anche con i fondi disponibili occorre un progetto di lavoro che al momento non c’è. In conclusione, però, i partecipanti al summit si sono lasciati con l’intesa di un cronoprogramma di lavoro. 

Il presidente Di Maria ha sottolineato sulla discarica di Sant’Arcangelo a Trimonte: “Vanno fatte prima le opere per mettere in sicurezza e bonificare la discarica e poi la Provincia si potrà occupare dei costi. Vanno fatti secondo il crono programma del progetto”.

Sullo Stir di Casalduni invece: ” La Samte ha effettuato una relazione, le problematiche sono enormi e rifiuti che vanno smaltiti. Discarica di Sant’Arcangelo e Stir non devono viaggiare sullo stesso piano. A Sant’Arcangelo si potrà smaltire il fotos, le problematiche dello Stir sono altre”.

Domenico De Gregorio amministratore della Samte ha detto:  “Il percorso è stato individuato per risolvere le problematiche. Per noi parte dei rifiuti presenti allo Stir potrebbero essere allocati alla discarica di Sant’Arcangelo. Parliamo quindi di rifiuti già lavorati.  Ci sarebbe cosi una forte riduzione dei costi per lo smaltimento, tutto questo aiuterebbe la situazione dello Stir” .