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San Giorgio la Molara (Bn) – “Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare…”. Così un’antica pratica ispirava Gabriele D’ annunzio in una delle sue più celebri opere: I pastori. L’autore dedicava dei versi alla sacralità di un rituale senza tempo: La Transumanza. Parliamo della migrazione delle pecore attraverso sentieri che serviva ai pastori per raggiungere i pascoli più rigogliosi, spostandosi da nord a sud e viceversa a seconda della stagione.

E ne hanno attraversati di viali d’erba i nostri pastori. Ne hanno fatta di strada! Dalla preistoria fino all’11  Dicembre 2019, quando questa antica pratica che sta per essere rivissuta dopo due anni di stop forzato causa pandemia -cosi desueta e al contempo così affascinante- ha saputo ottenere il prestigioso riconoscimento internazionale per antonomasia e viene proclamata dall’UNESCO: patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

E sul tavolo di Bogotà, l’attenzione è rivolta proprio a quei 211 km di Regio tratturo che collegano Pescasseroli a Candela. E In quei km c’è la nostra storia millenaria e le nostre origini. C’è il nostro Fortore. Ci siamo tutti noi.

Nel frattempo a San Giorgio la Molara, su intuito di Angela Gagliarde, promotrice della festa e con  l’Oratorio Anspi “Concetta Blatta”, questo caratteristico rito inizia ad essere celebrato. Siamo alla prima edizione. È il 2018. Nell’aria c’è già profumo di riconoscimenti, perché da qualche mese a Parigi è stata formalmente presentata la candidatura transnazionale de “La Transumanza” proprio come patrimonio immateriale dell’umanità. Ed ora che siamo alla terza edizione,  la prima dall’ufficiale titolo conferito alla tradizionale migrazione stagionale non possiamo che celebrare ed immortalare questo momento.

Così Don Luigi Colucci, parroco del comune fortorino e presidente dell’associazione: “La festa della  transumanza è nata dall’idea di valorizzare il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela nel tratto interessato di San Giorgio la Molara, ma anche e soprattutto per dare luce ai nostri pastori. San Giorgio la Molara non è solo la patria della Marchigiana. Sul nostro territorio ci sono più di 4.500 ovini di razza autoctona Laticauda e Bagnolese che vanno tutelati. La festa della transumanza è molto più di una festa. È un progetto volto alla valorizzazione sociale e territoriale, con finalità religiose, storico-culturali e tradizionali. È fondamentale rivivere il passato per vivere il presente e progettare il futuro”.

Una location suggestiva tra angoli preziosi e colori pittoreschi faranno da cornice ad un programma ricco di appuntamenti. Sacralità, gastronomia locale, fede, folklore e un territorio che ha ancora tanto da raccontare. Momento saliente sarà il tradizionale bagno delle pecore al fiume. Tutto sotto le note delle zampogne di Scapoli.La Benedizione delle greggi sarà presieduta da S.E. Mons. Felice Accrocca il quale parteciperà anche al convegno dal titolo: “Transumanza. Patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO. Valore religioso, storico-culturale ed economico della migrazione delle greggi”. La terza edizione vi da appuntamento a Domenica 4 Settembre quando finalmente ritorniamo a rievocare una delle tradizioni più antiche e importanti del nostro territorio.