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Benevento – Ultima fermata, ultimo giorno di serie A. Il Benevento domani a Torino saluterà mestamente un campionato che aveva sperato a lungo di non lasciare. Lo farà con quella che è riconosciuta quasi all’unanimità come la partita più inutile della stagione. Eccezion fatta per Ghigo Gori, che avrà l’occasione di entrare nella storia del torneo (in qualità di esordiente più anziano) e dello stesso Benevento (unico giocatore a collezionare almeno una presenza in tutte le categorie dalla C2 alla A), saranno ben pochi gli stimoli per gli altri componenti della spedizione. 

Volendo si potrebbe escludere dal novero anche Lapadula, che con un gol supererebbe Diabaté nella classifica dei migliori marcatori in serie A del Benevento. Il maliano ne mise a referto 8 nel campionato 2017/2018, esattamente quanti ne ha segnati l’italo-peruviano, che ha comunque sulla coscienza diversi errori decisivi messi in fila nei confronti diretti del girone di ritorno. Raggiungere quota 9 e staccare il bomber del Benevento di De Zerbi sarebbe dunque una magrissima consolazione all’interno di un’annata che resta al di sotto delle aspettative anche per “il bambino delle Ande”, come viene soprannominato in Perù.

Ulteriori traguardi non se ne intravedono, a meno che non si voglia entrare nella storia utilizzando ancora la porta sbagliata e rimpinguando così il bottino delle autoreti. Finora sono state sei, il record della serie A è quota 7 (Catania 1960/61, Genoa 1982/83, Brescia (1986/87), uno spauracchio da evitare. Insomma, l’impegno dell’Olimpico Grande Torino è il classico appuntamento che non si vede l’ora di archiviare. Se non altro per arrivare al momento delle interviste, quando Inzaghi finalmente dirà la sua su cosa non ha funzionato nel girone di ritorno.

Dopo aver saltato il finale della sfida con il Crotone, nonché la conferenza pre-partita, è atteso almeno da una dichiarazione, un’ammissione di responsabilità, una spiegazione nitida su ciò che non ha funzionato. Solo chiudendo un cerchio è possibile aprirne un altro. Poi sì, si potrà pensare alla B, a quanto sarà entusiasmante il prossimo campionato, futuro, alla ripartenza, alla rinascita. Ma voltare pagina saltando il momento del dolore non è opportuno. Vorrebbe dire trattare un fallimento sportivo come un fatto ordinario. Mandarlo in soffitta sottotraccia. E no, non è proprio il caso.