- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Uno stacco imperioso di Tuia e una bomba di Kragl. Il delitto perfetto si è consumato nel giro di quindici minuti, giusto il tempo di completare le formalità di un timido approccio conoscitivo per passare alla fase successiva.

Il Benevento si è confermato letale, solido, camaleontico, in definitiva convinto. Ha portato a casa il terzo confronto diretto casalingo consecutivo lasciando nuovamente agli avversari la magra consolazione di un dominio nel possesso palla.

Era già accaduto con il Perugia e con la Cremonese, la storia si è ripetuta con l’Empoli di Bucchi, che torna a casa con qualcosa pari al 63% nella gestione del pallone. Un dato illusorio, quasi imbarazzante, perché ancora una volta la Strega ha dimostrato che si può tenere in mano la partita senza innamorarsi dell’oggetto del desiderio.

Nell’era del tiki taka, del ‘guardiolismo’ e della ricerca del fraseggio appare blasfemo affidarsi ad altro, eppure i giallorossi ci stanno riuscendo. Hanno mandato in gol il decimo marcatore diverso (Tuia), chiudendo la settima partita del torneo (su 11 giocate) senza subire reti. Solo a Pescara, nel maledetto (o a questo punto benedetto?) pomeriggio dell’Adriatico, hanno subìto più di un gol. Il tutto senza mostrare una certa dipendenza dalle marcature degli attaccanti, molto utili a liberare gli inserimenti dei centrocampisti anche in occasione del big match con i toscani. 

L’uomo più pericoloso in zona gol è stato nuovamente Tello, che sulla fascia sta trovando la sua dimensione. Solo qualche giorno fa trattammo l’argomento, ma è impossibile non farvi ritorno. Il colombiano non solo ha disinnescato Frattesi in fase di ripiegamento insieme a Letizia, ma è stato un vero incubo per Gazzola, che nella prima frazione ha fatto fatica a tenere il suo passo.  Dall’altro lato Kragl ha vinto il duello personale con Balkovec, dividendosi tra interdizione e folate continue, soprattutto nel primo tempo, quando bisognava indirizzare la partita su determinati binari. 

Corsie fondamentali, dunque, non solo nello sviluppo della manovra ma anche nello sgravare due ‘professori’ della mediana come Viola e Schiattarella dai delicati compiti della pura interdizione. I metodisti non hanno faticato a trovare gli spazi giusti per verticalizzare, supportati da un Coda essenziale nell’offrire lo scarico e far salire proprio gli esterni.

Il Benevento ha vinto così, con la velocità e quelle ‘poche idee ma concrete’ di cui spesso sentiamo parlare. Otto punti in più dello scorso anno, addirittura nove rispetto alla stagione 2016/17, quella della storica promozione in serie A attraverso i play off, ma nessuno sembra sazio o appagato. “Pensiamo già alla Juve Stabia”, hanno detto Tuia e Caldirola nel post gara. Segnali, limpidissimi, di mentalità vincente. 

Foto: Empoli Fc