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Zona economica speciale ed energie rinnovabili sono i primi due temi affrontati questo pomeriggio nella prima giornata di Sud Invest, il seminario di incontri e di confronto  sullo sviluppo delle aree interne e dei Consorzi industriali. Il programma del dibattito ha dunque analizzato le opzioni di sviluppo e di rinascita delle aree fragili nel contesto delle politiche di attacco alle criticità socio-economiche che attanagliano in particolar modo il Mezzogiorno. Sud Invest è una quattro giorni che vede impegnato il Consorzio industriale di Ponte Valentino che fu istituito dalle istruzioni locali del Sannio negli anni Settanta è che oggi è presieduto da Luigi Barone che ha voluto avviare una riflessione a tutto campo sui temi dello sviluppo, dell’industria, dell’energia e dell’ambiente, del lavoro, delle Zes e del Pnrr e della burocrazia. Ad introdurre il  confronto, che si svolge nel Teatro Comunale Vittorio Emanuele, lo stesso Barone dell’Asi: “Ci presenteremo con un documento finale unitario e lo presenteremo al Ministro Piantedosi che sarà nel Sannio nella giornata di sabato. Lo Swimez oggi analizza la questione  dei finanziamenti  Pnrr  e il Mezzogiorno pagherebbe il 46% dei finanziamenti per finanziare il Pnrr, Noi vogliamo rafforzare il sud”. Sulle Zes Barone è stato chiaro: “la pensiamo diversamente dal ministro Fitto. La Zes unica valida per tutto il sud è complicata, la centralizzazione  delle autorizzazioni non la riteniamo giusta. Non c’è traccia del decreto sud. Il credito d’imposta non basta. Non è possibile unire la Zes ad esempio con Nola.  Una realtà con vocazione industriale diversa da noi.  Il vice sindaco di Benevento Francesco De Pierro ha spiegato: “Le Asi sono fondamentali nei nostri territori. La Zes unica deve essere approfondita con maggiore dettaglio. Vogliamo vederci chiaro“. Ha poi relazionato il direttore generale della Federazione dei Consorzi industriali (Ficei) Andrea Ferroni  che ha detto: “Rappresentiamo enti storica vecchia, siamo enti pubblici economici riconosciuti da una legge dello Stato con  25mila imprese raggruppate in tutto agglomerati industriali e 750mila addetti. Siamo riusciti ad essere ovunque valido strumento a servizio e supporto  per l’imprenditoria locale”. E’ intervenuto poi Antonio Visconti presidente Ficei: “Abbiamo vinta una battaglia la sburocratizzazione. Non può mancare nel Mezzogiorno il contesto programmatico delle politiche industriali La sfida energetica può fare la differenza. E’ un’opportunità autonomia e quella industriale.” Sono realtà consolidate le Asi ovvero delle vere colonne vertebrali delle politiche di sviluppo. Il Mezzogiorno si candida ad essere una grande hub energetici rinnovabili è una grande potenzialità ma la seconda manifattura d’Europa e la quinta economia mondiale non può prescindere da un impianto infrastrutturale in particolare in un momento come questo. Centralizzare tutto a Roma desta perplessità. La Zes unica significherà qualcosa se assieme a questa ci saranno accelerazioni. La sfida energetica poi può fare una grande differenza. Oggi vanno accesi i riflettori sulle aree industriali, anche accettando un piglio critico perché siamo pronti a metterci in discussione“.

Chicco Testa, presidente Asso Ambiente, ha sottolineato: “Le rinnovabili hanno due nemici: eccesso di retorica e mancanza di pragmatismo. Non servono eccessi di ideologismo”.