- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – Il Livorno ha scelto un video di centocinque secondi per presentare ufficialmente il suo nuovo allenatore. Paolo Tramezzani è nel centro sportivo, parla al suo interlocutore usando parole orientate al lavoro, al senso di appartenenza e alla voglia di raggiungere l’obiettivo prefissato. La sua avventura parte dalle motivazioni, dal chiaro intento di risvegliare sentimenti che al momento appaiono sopiti. Di tecnica, moduli e impostazione, avrà probabilmente modo di parlare nei prossimi giorni, quando la sfida alla capolista Benevento sarà alle porte.

Il Livorno, quello che da qualche ora è diventato il ‘suo’ Livorno, ha un grosso problema con la serie B. Quel problema si chiama ambientamento, perché gli unici tre successi conquistati finora – per altro tutti al Picchi – sono arrivati con le neopromosse. Gli amaranto sono ultimi e hanno undici punti in classifica, nove dei quali conquistati nelle sfide casalinghe con Juve Stabia, Pordenone e Pisa, tutti club reduci dal campionato di serie C.

Questo può voler dire tanto ma in sostanza anche poco, soprattutto per il Benevento che dovrà fare particolare attenzione all’aspetto morale. Sulla carta la discussione non si aprirebbe neppure, visto il divario tecnico che separa gli organici, ma se esiste un campionato in grado di annullare qualsiasi preconcetto di sorta, quello è proprio la serie B italiana.

Tramezzani la assaporerà per la prima volta in carriera da allenatore dopo le esperienze con la nazionale albanese (da vice di De Biasi), con il Lugano, il Sion e l’Apoel Nicosia – squadra in cui milita anche l’ex portiere giallorosso Belec – che ha guidato fino all’andata del primo turno preliminare dell’attuale Champions League. Tra i cadetti lo attende ora un battesimo di fuoco, il peggiore che gli potesse capitare.