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Benevento – Si è celebrata questa mattina presso il Tribunale di Benevento una nuova udienza del processo denominato “Mani sulla città” che vede imputate a vario titolo quarantotto persone e diverse società. Ripartito, dunque, il processo nato dall’inchiesta del sostituto procuratore Antonio Clemente e della digos su appalti e forniture di beni e servizi di Palazzo Mosti. L’indagine aveva creato scompiglio in città dal gennaio 2013, quando erano state eseguite alcune misure cautelari, successivamente attenuate e revocate ad ex e attuali amministratori, funzionari, dirigenti e tecnici del Comune di Benevento, tra cui Aldo Damiano, Luigi Boccalone (presenti stamane in aula), l’ex sindaco di Benevento Fausto Pepe, Claudio Mosè Principe, Andrea Lanzalone e diversi imprenditori locali. Le accuse vanno dalla corruzione alla concussione elettorale, dalla turbativa d’asta alla truffa e all’abuso d’ufficio, dalla corruzione al falso, alla frode nelle pubbliche forniture e alle fatture.

Questa mattina si attendeva la testimonianza, tra gli altri, dell’architetto Castracane che però non si è presentato in aula. Il PM Maria Scamarcio ha così potuto ascoltare solo due testimoni, l’operaio Nunzio Puca, all’epoca dei fatti dipendente della ditta SAMA, che ha confermato di aver lavorato per la posa in opera dei marciapiedi nella zona dell’Ospedale Rummo e l’architetto Anna Amalia Villaccio. Le domande del PM sono state tutte orientate a capire i rapporti intercorsi tra gli imputati Antonio Cavaliere e Vincenzo Rosiello con particolare riferimento ad eventuali promesse di cambiamenti di destinazioni d’uso di alcuni terreni attraverso modifiche del PUC di Benevento. Il PM ha chiesto principalmente alla Villaccio di confermare quanto dichiarato in Questura durante l’interrogatorio sulla cessione di soldi da parte di Rosiello per cambiare proprio le carte del PUC e poter progettare dei palazzi per uso civile da edificare in città. Il teste pur non ricordando tali confidenze registrate in alcune intercettazioni telefoniche, ha comunque confermato quanto dichiarato in Questura all’epoca dei fatti contestati.

Dopo le testimonianze odierne si tornerà in aula il 31 maggio, il 21 giugno e il 12 luglio per ascoltare altri testimoni e poter far luce su una vicenda che dura ormai da oltre sei anni.