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Nel giorno dell’insediamento nella Diocesi di Napoli, Carmine Valentino, segretario provinciale del Pd, indirizza a don Mimmo Battaglia, nuovo vescovo per l’area partenopea, una lettera di auguri. Scrive Valentino:
Gentile Don Mimmo,
a poche ore dall’avvio formale del Suo nuovo importantissimo ministero, mi permetta di porgerLe un  caloroso augurio. 
Abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di conoscerla e apprezzarla come maestro esemplare e  testimone del messaggio evangelico, guida spirituale capace di immergersi nella storia delle persone,  a cominciare dalle più fragili, povere, dimenticate.
Un pastore per molti giovani, di cui ha saputo intercettare i bisogni, le aspirazioni e soprattutto i  tormenti e le inquietudini. 
Interprete autentico di quella Chiesa che Papa Francesco ha usato definire «accidentata, ferita e  sporca per essere uscita per le strade». Preoccupata di persuadere più che di imporre, ostinatamente  protesa al confronto franco e leale, al dialogo con tutti nella comunità cristiana e con ogni uomo e  ogni donna di buona volontà.
Ora la attende una missione oltremodo difficile e impegnativa, la guida della Chiesa i Napoli, la  capitale del Mezzogiorno impoverita dalla crisi, una città in perenne lotta contro i suoi mali storici, la  criminalità e la disoccupazione. 
Una sfida, per di più, da vivere nell’eccezionalità del tempo presente. Un’epoca «pandemica» che ci  ha tutti brutalmente ricondotti alla costitutiva fragilità della dimensione umana. «Quell’inconsistenza  – come Lei stesso ebbe a dire la scorsa primavera – di ciò in cui pensavamo di aver trovato la chiave  risolutiva di tutti i nostri problemi, la gracilità di quell’economia che, sia a livello locale e sia a livello  globale, è stata ritenuta l’unica meta ed è stata vista e osannata come l’unica via, che al di fuori di  ogni regola, porta l’umanità verso la felicità sulla terra».
Tuttavia e per fortuna non è possibile scegliere: «oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra 
responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso. Si tratta di vivere il tempo che  ci è dato vivere con tutte le sue difficoltà» (Aldo Moro).
«Confide, surge, vocat te». Tanti auguri Don Mimmo!”.