- Pubblicità -
Tempo di lettura: 6 minuti

Giovedì mattina  9 maggio abbiamo osservato da lontano, senza aver potuto partecipare,  il sopralluogo avvenuto dalle ore 10.30 alle 11.30 circa, nel cantiere di lavoro del taglio dei pini e cipressi, sul versante della collina di Monte Pugliano a Telese Terme. Con la richiesta di intervento per il  taglio ed esbosco di latifoglie a Monte Pugliano, in variazione all’autorizzazione della Regione Campania, inviata in data 6 maggio al Comandante Nucleo Carabinieri Forestale Telese Terme Maresciallo Marino Sasso, e per conoscenza al Comandante Carabinieri Forestale Campania Gen. B. Dott. Ciro Luongo, abbiamo denunciato come  Legambiente Valle Telesina gli abusi realizzati dalla ditta Sannio Legnami srls. Innanzitutto che all’interno delle operazioni di taglio iniziate il 2 aprile 2024, oltre ai pini e ai cipressi che sono le specie di cui è stato autorizzato l’abbattimento, la ditta  ha tagliato abusivamente, e continua a tagliare sistematicamente, tutti gli alberi ed arbusti di latifoglie sottostanti le conifere da far crollare, in violazione dell’autorizzazione della Regione Campania (parere n. 7544 del 19.05.2022) che vieta l’eliminazione di qualsiasi latifoglia arborea o arbustiva. Gli esemplari di latifoglie eliminati sono alberi alti 3-5 metri, e sono soprattutto lecci, ornielli, alberi di giuda, bagolari, più le arbustive alaterni e philliree, altrettanto alte. Molti alberi di latifoglie tagliati andavano anche oltre i 5 metri d’altezza, col diametro del tronco di 20-30 cm (almeno ornielli e bagolari). L’autorizzazione spiega invece che il taglio delle conifere è finalizzato proprio a favorire l’affermazione delle latifoglie esistenti, oltre che essere eseguito per ragioni di sicurezza. In contrasto a tale obiettivo ecologico ed al divieto, oltre il 95 % del bosco di latifoglie sottostante i pini finora abbattuti, più di 1 ettaro, è stato rasato a zero.  Ai fini dell’accertamento dell’entità del danno, per poter facilmente individuare i ceppi delle latifoglie affioranti abbiamo allegato una parte delle foto in nostro possesso. A questo danno  si aggiunge la sparizione del legname così indebitamente ricavato, ovvero le diverse tonnellate ottenibili dalle latifoglie scomparse dalla collina. Già dal 5 aprile erano spariti circa 10 grandi bagolari, e poi nei giorni successivi tronchi e rami di lecci, alaterni e ornielli erano accatastati a terra insieme alle conifere sul piazzale di carico, visibili a tutti i passanti dalla recinzione in ferro da Piazza dei Popoli Italici. Quando i lavori di taglio si sono spostati nella parte più alta della collina,  meno visibile dalla strada, sono scomparsi altri 6-7 grandi alberi dal tronco liscio e grigio (probabili ornielli), e poi nei giorni successivi le cataste precedenti sul piazzale erano sparite lasciando il posto ad altri tronchi di latifoglie misti a conifere. Questo per parlare solo di una minima parte degli alberi scomparsi.

Oltre ai pini che la ditta fa cadere, si attua senza alcun rispetto della sicurezza per gli operai, e con rischio per la salute degli animali, il trascinamento a terra (invece che solo sul dorso dei muli) e fuori dal sentiero, di grossi tronchi di anche 2 metri e mezzo, stravolgendo i vecchi terrazzamenti in pietra e creando lunghi scivoli ovunque, contrariamente a quel modo “rispettoso dell’orografia dei luoghi” per cui l’autorizzazione consigliava l’utilizzo dei muli. Al sopralluogo di giovedì mattina hanno partecipato il Maresciallo Marino Sasso del Nucleo Forestale di Telese Terme, l’agronomo Aniello Andreotti della Regione Campania, l’ingegnere Angelo Giordano, Dirigente dell’Amministrazione Provinciale di Benevento, il geometra Fabio Colangelo, CSE dell’Amministrazione Comunale di Telese Terme  e l’agronomo Nicola Coppolaro, Direttore dei lavori e di cantiere incaricato dal Comune. Nelle more dell’esito del sopralluogo, e in attesa di riceverne il verbale, ci aspettiamo  che si impedisca che vengano compiuti ulteriori danni al bosco della Foresta mediterranea di Monte Pugliano, per il rispetto del divieto imposto dalla Regione e del Regolamento boschivo regionale. Un taglio di pini e cipressi fatto eseguire per contrastare i frequenti crolli di esemplari di pini situati sulle maggiori pendenze, non può giustificare una “mattanza” che è sotto gli occhi di tutti.

Il parere della Regione, vincolante, è documento pubblico ed è chiaro sul divieto di danneggiare o eliminare le latifoglie, arboree ed arbustive. L’agronomo incaricato dal Comune Coppolaro, competente sulla corretta esecuzione dei lavori, ha dichiarato, nel verbale di sopralluogo del 22 aprile (all’esterno del cantiere) a cui siamo stati invitati dal Comandante dei Vigili Urbani del Comune di Telese Terme, il Maresciallo Pasquale Di Mezza, che i presunti involontari danneggiamenti potrebbero continuare a verificarsi e che sia regolare che avvengano e che si continui a tagliare le future latifoglie  colpite accidentalmente dal crollo dei pini durante i lavori di taglio. Non vorremmo che una tale dichiarazione fornisca alla ditta boschiva una giustificazione con cui questa sentirà di poter aggirare totalmente il divieto di eliminazione e danneggiamento delle latifoglie, specialmente in assenza di controlli terzi. Mi chiedo, perché a Telese Terme, città turistica ed accogliente, che dovrebbe fare del verde pubblico un suo vanto ed un punto di forza che garantisca benessere, succede tutto questo? Perché è diventato impossibile dialogare con serenità su un approccio sostenibile alla gestione e cura del verde pubblico? Perché dobbiamo scoprire per caso delle capitozzature appena fatte nel centro urbano dalla stessa ditta boschiva, che forse di giardinaggio non si occupa, e vengono chiamate potature? Perché la stessa Amministrazione Comunale appena è stata eletta ha inviato al Ministero dell’Ambiente la Delibera di Consiglio Comunale che chiedeva di includere nel Parco Nazionale del Matese questa stessa area ora massacrata, e adesso non la difende insieme a noi? Perché un danno che è palese a tutti i cittadini che ci chiedono come mai sta succedendo tutto questo, non è chiaro a chi amministra il bene pubblico? Perché non vede il rischio del versante dalla forte pendenza che i tagli indiscriminati stanno denudando, il vicesindaco nonché geologo di questo Comune? Perché gli alberi di latifoglie tagliati “accidentalmente” o il ricavato della loro vendita non sono stati destinati ai servizi sociali del Comune oppure a progetti di valorizzazione del verde pubblico?

“Dato che la distruzione in atto del bosco di latifoglie procede velocissima – dichiara Grazia Fasano, presidente di Legambiente Valle Telesina – ci auguriamo  che gli Enti Istituzionali interpellati, diano uno stop al taglio indiscriminato  perché questo appalto  a Telese Terme si sta sempre più configurando come una sventura. I terrazzamenti e la piantumazione per file erano stati realizzati con le conoscenze boschive e le competenze  degli anni ’50 con l’obiettivo di rimboschire e proteggere il versante molto ripido. Oggi, con le forti piogge sempre più frequenti a causa della crisi climatica, la possibilità di rientrare in un Parco Nazionale, la consapevolezza diffusa nei cittadini del benessere derivante dagli alberi, dobbiamo essere tutti impegnati nella difesa del patrimonio forestale autoctono costituito dai lecci e dalle altre latifoglie di Monte Pugliano”.