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Oreste Vigorito torna sui suoi passi e si scusa per aver parlato di ‘bomba carta’ in riferimento alla contestazione che fece seguito alla sconfitta con il Genoa. Il presidente del Benevento è intervenuto nel corso del programma Ottogol toccando tutti i temi caldi del delicato periodo che sta vivendo la sua squadra e inviando chiari messaggi ai tifosi. 

Bomba carta – “Vorrei fare una rettifica su quanto dissi nella mia ultima intervista. Parlai di bomba carta ma avrei dovuto parlare di un petardo. Sicuramente non era stato un gesto pacifico ma tutt’altra cosa rispetto a una bomba. In questo momento bisogna ricompattarsi, vorrei che contro il Brescia si giocasse con un pubblico nutrito, con tanti tifosi sugli spalti. Se tutti pensiamo quanto sia importante una tifoseria per le sorti di una squadra, allora bisogna capire che in questo momento c’è in ballo un sogno che a Benevento è stato inseguito per novant’anni”.

Clima – “Ho apprezzato molto contro il Venezia l’incoraggiamento alla squadra fino al 95′ e ho anche capito la protesta, ma questo non è il momento di disunirsi perché sono convinto che insieme ce la possiamo fare. Vedo i giocatori che non si sono abbattuti, vedo un allenatore sereno, insieme ce la possiamo fare. Le battaglie si vincono e si perdono insieme. Non si fanno processi prima, ma alla fine come sempre”

Svincolati – “Non mi tirerei mai indietro ma bisogna anche avere una conoscenza della realtà. Non è facile trovare a febbraio attaccanti decisivi liberi da squadre. E poi noi gli attaccanti li abbiamo, lasciamo Pettinari e i compagni lavorare. Fidiamoci di loro, non andiamo a guardare altri. In passato abbiamo preso svincolati e ci hanno dato zero. Non possiamo fare altri errori in questo momento”.

Appello ai tifosi – “Fate sentire non a me, ma all’Italia calcistica tutto l’amore che provate per questa maglia. Vi aspetto tutti allo stadio, c’è bisogno del vostro calore. Sentire il tamburo della Curva Sud è ciò che ci serve oggi”

Decisioni – “Il mio rammarico è prima di tutto nei confronti della città. Come tutti i cittadini di Benevento non ho mai perso la voglia di combattere e fare un processo oggi non servirebbe a nulla. Evito di fare analisi durante il campionato, è ovvio che certe decisioni sono figlie di riflessioni accurate e non di impulsi del momento. Ho grande rispetto sia per Caserta che per Cannavaro, due che hanno provato a fare il loro meglio e che hanno dovuto fare i conti con una montagna di problemi che ci accompagnano da inizio stagione. E’ evidente che le assenze pesano molto”.

Progetto – “Forse all’inizio c’è stato un equivoco, si voleva fare una squadra giovane e poi probabilmente abbiamo voluto rimediare in fretta, ma vorrei ricordare a tutti che a inizio stagione ci era stato dato dalla critica un 8 in pagella in riferimento al nostro mercato e alla nostra rosa. Evidentemente non è scattato quel feeling. Mi auguro che Stellone col suo ottimismo e il suo entusiasmo trovi il bandolo della matassa. E’ venuto di corsa nonostante la situazione non fosse semplice, evidentemente ci crede ma dobbiamo crederci anche noi tutti”.

Esoneri – “E’ chiaro a tutti che allontanare un campione del Mondo e un Pallone d’oro, così come allontanare Foggia dopo i suoi successi con me non è stato semplice. Evito di dire le ragioni tecniche, ho pensato semplicemente alla maniera del mondo del calcio. Ho pensato di non poter mandare via i giocatori e ho dovuto prendere altri provvedimenti. Ho avuto la sensazione che i giocatori con lui fossero tutti convinti di essere i Cannavaro di turno, avevamo avuto una forma di regressione nei confronti del campione al quale volevamo piacere più di quanto valiamo”.

Esonero Cannavaro – “Non posso non tener conto della contestazione mossa nei confronti di Foggia. Non la condivido certamente, né nei termini né nei modi, ma da presidente non potevo assolutamente non tener conto del clima. Come avrei potuto immaginare una risalita in un’atmosfera simile? Foggia ha capito che in quel momento era un elemento di divisione e ha fatto un passo indietro. Ho fatto un grande sacrificio affettivo e morale nei confronti dei miei collaboratori che hanno un passato illustre alle spalle. Se l’ho fatto è perché ho capito che erano fuori dai giochi di una squadra che ha bisogno di diventare ruspante. Ora dico ai tifosi di non rendere inutile questo sacrificio. Adesso state vicino ai giocatori”

Esonero Foggia – “Ora possiamo fare due cose: o patire una lunga agonia fino a retrocedere in serie C oppure lottare tutti insieme e tenere la categoria. Applaudite i giocatori, sosteneteli, solo così possiamo scacciare questi fantasmi. I ragazzi sanno che se vanno in C hanno rovinato la loro carriera, non pensate che non conoscano i rischi. Sono stato tre giorni con loro e ho visto nei loro occhi una grande voglia di riscatto”.

Direttore sportivo – “Le regole della Lega vogliono un rappresentante legale della società può ricoprire un ruolo ad interim per quanto vuole. Prendere un direttore sportivo ora non sarebbe una grande idea. Il direttore sportivo ora sono io, almeno fino alla fine dell’anno. Poi si vedrà che fine faremo. E’ stato un onore vedere tante persone proporsi a noi, anche dalla A. Avremo un direttore sportivo, quando sarà il momento, che sia all’altezza della proprietà e della squadra. Ho già modificato tutti i miei impegni per stare ancora più vicino alla squadra. Il direttore sportivo lo prenderemo per la prossima stagione”.

Gol negli ultimi minuti – “Non si dica che se prendiamo gol in extremis è a causa della condizione fisica perché tutti i report parlano di una squadra in grande salute. Se prendiamo gol è per motivazioni tecnico-tattiche e di gestione psicologica dei momenti”

 

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