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Benevento – Una settimana di ritiro ad Acaya, in provincia di Lecce, e la partenza direttamente per Bologna. Il Benevento ha preparato la sfida di campionato con i rossoblu lontano da occhi indiscreti. I tifosi non hanno potuto ammirare all’opera i nuovi e Roberto De Zerbi non ha potuto manifestare le proprie sensazioni. Almeno non in conferenza stampa, durante il consueto appuntamento settimanale. Il tecnico bresciano si è allora confessato a La Gazzetta dello Sport, in una lunga intervista concessa a Giuseppe Calvi e pubblicata questa mattina.

Condizione – “Non abbiamo fatto nulla, continuiamo a pensare a una gara per volta. Concentriamoci sulla sfida di Bologna; in trasferta siamo ancora a secco. Lo ripeto ai ragazzi: si può fare. So che non dipenderà soltanto da noi. Al di là dei suoi meriti,  il Crotone ha potuto approfittare del crollo dell’Empoli“.

Palermo – “Non ho resistito al fascino della Serie A, ero reduce dalla delusione per l’esonero a Foggia e non ho riflettuto sui rischi che mi prendevo andando a Palermo. Lì tutti contestavano Zamparini, c’era un’aria pesante“.

Presidenti – “Sapevo a cosa andavo incontro a Palermo, dove non ho avuto voce in capitolo sul mercato. Tutti conosciamo Zamparini: fa fatica a gestire i lunedì… Con Vigorito ho un bel rapporto, ci confrontiamo. Per i rinforzi, il presidente segue i miei consigli, così come io valuto i giocatori scelti da Vigorito“.

Contratto – “Non sarebbe stato onesto spuntare un contratto più lungo sfruttando una posizione in classifica già compromessa. Ritenevo che il Benevento non fosse da ultimo posto, a zero punti. A me interessa lavorare in modo serio, in una società seria”.

Rivoluzione – “Possiamo lavorare su una base collaudata. I nuovi si inseriranno negli schemi contando sull’aiuto di chi già conosce il mio calcio. Cambiamo perché questo gruppo ha prodotto in 18 partite soltanto un punto. I due recenti successi non avranno cancellato l’ipotesi di assuefazione alle sconfitte. Non mi lego a un modulo ma preferisco che la palla sia più a lungo tra i piedi dei miei giocatori“.

Nuovi – “In Italia pochi giocatori accetterebbero il rischio di venire a giocare nell’ultima squadra in classifica. Per ora, abbiamo puntato su soluzioni straniere, a parte Djuricic. Ci porta qualità e abilità nel ruolo di trequartista, sa disimpegnarsi da esterno e a centrocampo. Sandro è di un’altra categoria, proviamo a recuperarlo sul piano fisico. Mi intrigano Billong, difensore con mentalità da calcio europeo, Guilherme e Diabaté, bravi a dare imprevedibilità e forza alla manovra offensiva“.

Gruppo – “Mi aspetto tantissimo da Coda, Iemmello, Viola, D’Alessandro, Venuti, Letizia, Costa e Djimsiti: lì dietro tutti dovranno assumersi responsabilità per sopperire all’assenza di Lucioni“.

Lucioni – “E’ un leader eccezionale, con lui in campo abbiamo ottenuto le due vittorie. Ha subito una mazzata. Un giocatore non può conoscere la composizione dei prodotti farmaceutici che gli somministra il medico sociale. Paga per una colpa non sua, con una sentenza non giusta. Così non si combatte il doping, diventa una lotta contro i fantasmi“.

Ciciretti – “Ha grandi qualità, però ormai era difficile continuare a lavorare in un ambiente dove era criticato. Giocatore importante, può arrivare a certi livelli, ma dovrà imparare, con gli atteggiamenti giusti, a gestire la sua crescita“.

Salvezza – “Non valuto se la lotta sarà ristretta alle attuali quattro squadre coinvolte. Il Benevento deve solo lavorare e correre, contando sui valori di società e tifosi, che hanno l’entusiasmo tipico di chi ha conquistato due promozioni consecutive“.

Bologna – “Squadra di qualità, voglio vedere personalità e coraggio nell’imporre il nostro gioco. Sarebbe un altro passo nella crescita“.

Modello – “Guardiola resta su un altro pianeta, è il mio preferito. Poi Gasperini, Giampaolo e Spalletti. Seguo con curiosità Grosso, a Bari sta lavorando alla grande“.