- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – Clemente Mastella è intervenuto a margine della commemorazione di Raffaele Delcogliano e Aldo Iermano affrontando anche i principali temi d’attualità riguardanti la città di Benevento alle prese con Recovery fund e zona gialla. Il primo cittadino ha mostrato forte scetticismo su entrambe le tematiche. Di seguito le sue dichiarazioni: 

Recovery Fund – “Non ho una buona visione di quanto fatto dal Governo. Il Mezzogiorno è stato fottuto per molti miliardi perché intanto l’Italia ha avuto i 191 miliardi ma al Sud ne arriveranno solo 20. Ci è stato tolto quello che avremmo dovuto avere, ho ascoltato tante imbecillità sui fondi proporzionati alla popolazione, ma non è così. Non è senza cause particolari che 500 miei colleghi sindaci hanno manifestato domenica per recriminare questi soldi che ci hanno tolto”.

Ferrovia e diga – “Per quanto riguarda Benevento nello specifico, spero che alla ferrovia Valle Caudina possa aggiungersi anche la diga di Campolattaro sulla quale avevo avuto rassicurazioni dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Di certo gli enti locali non sono stati ascoltati, a differenza di quanto ha detto Draghi. E’ singolare e particolare che ci sia mossi in questo modo, faccio i complimenti a Draghi per il suo successo in sede europea, ma non possiamo accettare questa superficialità su base locale. Stiamo affrontando una catastrofe per quel che riguarda i comuni, non abbiamo personale né risorse per rigenerarci. Molti sono andati in pensione, non riusciamo a sostituirli né ci danno la possibilità”.

Covid e vaccini – “Cartabellotta dice che si può aprire fino alle 23, ma c’è un problema di controlli che onestamente non ci sono. Anche a me piacerebbe vedere i locali aperti fino alle 23 ma i comportamenti non lo consentono. Crisanti è stato molto più drastico considerando l’allungamento del coprifuoco. O 22 o 23, se la gente fa come l’altra sera tra 15 giorni sarà un disastro. Vedo cose un po’ deludenti dal punto di vista umano e morale. Se avessimo aperto più tardi secondo le stime della fondazione Kessler di Trento, saremmo scesi a 100 morti al giorno. Ora siamo a 300 morti dei quali non se ne fotte più nessuno. La cosa mi preoccupa molto”