- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Più che il risultato delle urne, che il 12 ottobre scorso ha decretato la sconfitta del candidato di centro sinistra Carlo Marino alla carica di presidente della Provincia di Caserta, quello che oggi alza il polverone delle polemiche è l’implosione manifesta del Pd casertano.

Una implosione latente da tempo ma che oggi conta i numeri della disfatta: cinque liste che sulla carta avrebbero dovuto appoggiare Carlo Marino hanno eletto 13 consiglieri provinciali e bocciato Marino, e riportato quasi l’80% dei voti espressi (contro il 46% totalizzato da Marino).

“Il voto alle elezioni provinciali pare abbia scoperchiato il vaso di pandora dei problemi interni al PD” – commenta Luigia Martino, consigliere comunale di Parete e membro dell’Assemblea nazionale del Pd che punta il dito contro la fallimentare gestione commissariale di Franco Mirabelli.

Una risposta che la Martino invia al Commissario Provinciale Mirabelli dopo le accuse mosse da quest’ultimo a coloro che, a suo dire, sarebbero stati i responsabili della debacle di Marino, ossia il Consigliere Regionale Gennaro Oliviero e l’europarlamentare Nicola Caputo.

“Quanto accaduto a Marino è, in realtà, da approfondire anche e soprattutto fuori dal PD e richiede un’analisi politica approfondita che vada ben oltre la semplicistica, a tratti pretenziosa, interpretazione del Commissario Mirabelli volta più ad individuare capri espiatori che ad evidenziare le cause reali della fragilità del progetto. A Caserta si sta materializzando un lucido attentato del Partito Democratico attraverso scelte di vertice che contrastano con i territori, e non me ne voglia il Commissario Mirabelli ma la responsabilità è in primis la sua.

Non nascondo la delusione e la frustrazione per il susseguirsi di dichiarazioni di autorevoli esponenti che appaiono incentrati più a cercare colpevoli interni che a capire qual è il cancro del PD e quali le metastasi da neutralizzare. Anche nelle ultime dichiarazioni di Mirabelli, trapela la tendenza a puntare il dito contro il compagno elettoralmente scomodo, piuttosto che analizzare da dove e com’è nata la coalizione attorno alla figura di Carlo Marino. Il fallimento della gestione commissariale e’ sotto gli occhi di tutti. Ad esclusione di qualche tifoso che il Commissario ha aggregato in una mitica chat su WhatsApp, non c’è un solo militante che apprezzi o abbia apprezzato il lavoro svolto dal commissario; inoltre, il partito è molto più lacerato di quanto lo era alla vigilia del suo arrivo, è evidente che la sua presenza qui a Caserta non ha ragion d’essere”.

Oltre alle accuse rivolte a Mirabelli, Luigia Martino fa riferimento anche al consigliere regionale e presidente Pd Campania Stefano Graziano che, con una nota stampa,  non ha risparmiato strali ai “traditori”.

Carlo Marino è stato affossato da un’operazione scientifica e pianificata a tavolino – scrive Graziano –   Chi l’ha organizzata dovrebbe tener presente che non ha danneggiato i singoli, impegnati in questi mesi a costruire un progetto complessivo per il rilancio di Terra di Lavoro, ma ha minato, speriamo non irreparabilmente, la credibilità del Partito democratico e del centrosinistra.

 Le cinque liste che sulla carta avrebbero dovuto appoggiare Carlo Marino hanno eletto 13 consiglieri provinciali e riportato quasi l’80% dei voti espressi.  Questo dato è la prova che siamo di fronte ad un atteggiamento pilatesco, ai limiti del banditismo politico. 

 In tre parole: ipocriti, irresponsabili e recidivi.

 Ipocriti perché soltanto martedì hanno finto il proprio sostegno a Carlo Marino con tanto di intervento pubblico e si sono spellati le mani nell’applaudire l’intervento del vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, il quale ad Aversa aveva pronunciato un forte appello alla lealtà e alla necessità che anche la Provincia di Caserta entrasse nella filiera di governo del centrosinistra.

Irresponsabili perché hanno rimesso la Provincia nelle mani di quella parte politica che ne ha causato lo sfascio negli ultimi dieci anni.

Recidivi perché anche in occasione del voto in alcuni comuni si è preferito votare il candidato dell campo avverso”.

E contro coloro che  hanno boicottato Marino, Graziano tuona: “Questi signori, tutti ben identificabili, si accomodino definitivamente fuori dal Pd perché incompatibili con la vita di comunità”.

 “Signori ben identificabiliperché Graziano fa eco, ma senza esporsi, alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal Commissario Mirabelli che in maniera evidente, ha attribuito al consigliere regionale Gennaro Olivieri e all’europarlamentare Nicola Caputo la responsabilità della Waterloo provinciale.