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Caserta – Sette misure cautelari per condotte di assenteismo nei confronti di dipendenti pubblici in servizio all’Agenzia delle Entrate sono stare eseguite dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Nel mirino l’ufficio conservatoria di Santa Maria Capua Vetere, lo stesso dove il 18 luglio del 2017 scattò il primo blitz che portò  in carcere per corruzione il funzionario capo Graziano Castaldo e i suoi stretti collaboratori Andrea Ventriglia e Raffaele Gagliardi, mentre altre 9 persone tra dipendenti e professionisti privati furono raggiunte da ordinanze ai domiciliari e divieti di dimora; allora gli inquirenti accertarono l’esistenza di una prassi di diffusa corruzione ambientale nell’Ufficio, in cui professionisti come commercialisti e avvocati riuscivano ad ottenere i certificati immobiliari senza fare file, ad un costo inferiore fino alla metà, pagando i dipendenti che erogavano irregolarmente le visure.

Lo sviluppo di quell’indagine ha portato alla scoperta anche di altri comportamenti illegali, relativi alla timbratura delle presenze; sedici i dipendenti indagati per truffa ai danni dello Stato, ma la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte la settimana emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha riguardato sette addetti, quelli che si sono resi responsabili delle condotte più gravi, ovvero che regolarmente si allontanavano dal luogo di lavoro per andare a fare commissioni personali. I carabinieri hanno piazzato le telecamere nell’ufficio, scoprendo il solito sistema di mutuo soccorso tra dipendenti, per cui c’era chi timbrava al posto degli altri; lo stesso addetto al servizio di portierato, è emerso, ha più volte obliterato il badge che gli impiegati gli avevano lasciato.

Comportamenti ritenuti spregiudicati, visto che dalle immagini delle telecamere dei militari si è visto come gli addetti si allontanavano arbitrariamente uscendo dal portone principale, come se fossero sicuri che non sarebbero mai stati scoperti. A far nascere l’inchiesta per assenteismo, come quella per corruzione, è stata la denuncia anonima di un dipendente dell’ufficio che ha sfruttato il cosiddetto “Whistleblowing”, istituto introdotto dalla Legge Severino come strumento anti-corruzione che permette di inoltrare segnalazioni all’Agenzia delle Entrate di comportamenti fraudolenti senza apparire. La denuncia del coraggioso addetto ha attivato le ispezioni della Direzione Centrale Audit dell’Agenzia dell’Entrate, che ha scoperto le numerose illegalità nell’operato dell’Ufficio Conservatoria denunciando poi tutto alla Procura.