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A due mesi dall’appuntamento con le elezioni amministrative, mentre i partiti si abbandonano a discussioni continue su nomi e poltrone, il movimento civico ‘il Basilisco’ lancia la prima proposta programmatica per gli aversani. Come annunciato dal candidato sindaco Eugenia D’Angelo uno dei punti del programma elettorale dei civici guarda alla redistribuzione della ricchezza cittadina e al supporto a chi vive un contesto familiare di difficoltà economiche.

“Il reddito di cittadinanza comunale che introdurremo una volta vinte le elezioni non vuole essere solo una misura di assistenza e integrazione al reddito ma anche uno strumento per raccogliere quelle forze che, attualmente, l’amministrazione non è stata in grado di coinvolgere e interessare nell’ausilio alla gestione della città” sostiene D’Angelo che ha ricostruito, anche dal punto di vista contabile, le spese dubbie del Comune normanno che intende tagliare per supportare le famiglie in difficoltà.

Ci sono 800mila euro che l’amministrazione ha speso in consulenze non meglio classificate e, peggio ancora, in spese di fitto per locali da occupare con uffici e attività. Soldi sprecati, stiamo parlando di circa 160mila euro, considerando il vasto patrimonio immobiliare sfitto della città. Non è così che si gestisce un Comune – incalza D’Angelo – Il nostro obiettivo è quello di tagliare le spese per dare sostegno non agli imprenditori o alle associazioni ‘amiche’ di questo o quel politico (che nulla hanno prodotto per il benessere generale di Aversa) ma ai cittadini che sono in difficoltà e che sono stati dimenticati dalla politica e dalle istituzioni locali. E’ arrivato, finalmente, il momento di spendere le risorse della città per chi – conclude il candidato sindaco del movimento ‘il Basilisco’ – ne ha realmente bisogno con una misura ragionata di civiltà e di inclusione”. Il reddito di cittadinanza comunale prevede lo stanziamento di somme ad integrazione del reddito percepito. La misura di sostegno che il Basilisco intende realizzare ad Aversa è rivolta, prioritariamente, ai nuclei familiari con figli minori, e agli adulti over 45 anni disoccupati con difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro. In cambio del contributo ricevuto i possibili percettori si impegnano a sottoscrivere i progetti di utilità collettiva che prevederanno il loro impiego, tra le 8 e le 16 ore settimanali, per servizi di guardiania delle ville comunali, attività di supporto agli uffici dell’Ente (come anagrafe e biblioteca) e le attività concordate con associazioni e aziende che collaborano con il Comune e che saranno approvate dall’amministrazione comunale. Tutte le attività previste nell’ambito dei progetti non sarano in alcun modo assimilabili ad attività di lavoro subordinato o parasubordinato o autonomo, trattandosi di attività contemplate nel Patto per il lavoro che il beneficiario del reddito di cittadinanza comunale sarà tenuti a prestare non dando luogo ad alcun ulteriore diritto.