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I blitz nei vicoli di Bari vecchia a caccia di pusher o nelle strade del centro di Bologna, gli inseguimenti, le operazioni contro i traffici illeciti ad Ostia o a Casal di Principe, dove la cultura dell’illegalità si può scorgere anche nella custodia di un animale esotico come un cammello. E’ quanto racconta Avamposti, la docuserie sulla quotidianità delle Stazioni dell’Arma dei Carabinieri firmata da Claudio Camarca, che sbarca da martedì 20 giugno sul Nove con cinque puntate ambientate nelle zone più difficili di Roma, cioè Ostia, quindi Bologna, Bari e il Casertano, con le aree di Casal di Principe e il litorale con Castel Volturno e Mondragone. Zone di frontiera, anche se in pieno centro cittadino come Bari e Bologna, dove spesso sono i carabinieri gli unici visibili rappresentanti dello Stato. “Eppure lo Stato c’è sempre, non ci sentiamo mai soli” dice nella conferenza stampa di presentazione, tenutasi alla stazione dei Carabinieri di Casal di Principe, il Comandante provinciale dell’Arma a Caserta Manuel Scarso, che spiega come l’intento della docuserie, giunta ala terza stagione, sia quello di mostrare ai cittadini che “i carabinieri ci sono sempre sul territorio, e lavorano per la sicurezza di tutti, ma che non bisogna abbassare la guardia sui fenomeni criminali”. Anche perché se la droga è così venduta, “e Bologna – fa notare il regista Claudio Camarca – è la più grande piazza di spaccio a cielo aperta mai vista”, “è perché – aggiunge Camarca – c’è tanta richiesta, soprattutto da italiani. Gli spacciatori sono quasi sempre stranieri, perlopiù di origine africana, ma sono gli acquirenti che creano questa offerta così ingente di droga. Così come a Castel Volturno, dove si calcola vi siano quasi 20mila stranieri non regolari, ci sono tanti italiani che vanno con le ragazze nigeriane, ben sapendo la loro storia di sfruttamento”. Ogni puntata della serie racconta la “squadra” dei Carabinieri nei loro interventi, dalla pianificazione al Comando ai pattugliamenti e alle incursioni in strada, tra disarticolazioni di piazze di spaccio, perquisizioni in abitazione e irruzioni, con un taglio adrenalinico e combat tipico del giornalismo immersivo. Con l’obiettivo di fornire uno spaccato sempre più approfondito e accurato delle realtà urbane e suburbane, senza tralasciare la sfera più intima e umana dei militari, che in caserma hanno trovato una seconda famiglia. 

“Vogliamo raccontare il ‘vero’ carabiniere, senza alcuna censura” garantisce Scarso. “Protagonisti” soprattutto i carabinieri dei Nuclei Operativi, ovvero coloro che svolgono le indagini, e che passano ore e ore in appostamenti per catturare un pusher; nella serie si confidano, come un luogotenente che ammette con orgoglio e con un pizzico di comprensibile rammarico “che io e miei colleghi passiamo più tempo insieme che con le nostre famiglie”. E anche Camarca si è dovuto calare nella realtà dei carabinieri in strada, “sempre un passo dietro di loro con le telecamere, condividendo con loro le giornate senza mangiare e con tanti caffè per avere la forza di andare avanti. Ma nessuno – sottolinea Camarca – mi ha mai detto di non riprendere”. Scarso parla dei sacrifici fatti quotidianamente dai carabinieri, e con uno sguardo attento al Casertano, dice che “con Avamposti vogliamo anche far capire ai cittadini che devono impegnarsi nella lotta alla criminalità, come fanno i carabinieri. Nel Casertano serve uno scatto culturale, sono ancora troppo poche in assoluto le denunce contro fenonimi di criminalità organizzata e nn solo, ma va anche detto che dopo l’operazione anticamorra del novembre 2022, quando arrestammo 39 persone che aveva riorganizzato il clan Bidognetti (in manette i figli del capoclan Francesco Bidognetti, ndr) in tanti a Casale ci hanno ringraziato e sono aumentate le denunce per estorsione”.

In questa stagione si parte da Ostia, territorio di frontiera di Roma dove nuove geometrie criminali cercano di farsi strada tra i clan locali e le storiche ‘famiglie’. Ne emerge uno spaccato dalle tinte forti, dove le due facce della stessa medaglia sono dipendenze ed emarginazione, contro spaccio e alto tasso di violenza. Ecco quindi il Casertano con Casal di Principe e Castel Volturno: qui, accanto alle storiche famiglie di camorra i cui membri abitano in ville hollywoodiane e fondano la loro attività criminale sul controllo del territorio, si sono affermati pericolosi clan organizzati di origine soprattuto nigeriana e gambiana. A Bologna il centro storico è da decenni in mano a due gruppi criminali ben organizzati, che si dividono il mercato dello spaccio: uno tratta le droghe pesanti, mentre il secondo gestisce le droghe leggere e quelle chimiche, come GHB (la cosiddetta droga dello stupro), le droghe sintetiche e il crack. Primo bacino di utenza di queste gang è quello degli studenti universitari, in gran numero fuori sede; da qui deriva un forte allarme sociale, tematica su cui fa perno l’attività dei Carabinieri. Chiude la serie il doppio episodio che si focalizza sull’area di Bari, capoluogo pugliese che negli ultimi anni ha assunto una nuova connotazione e dove Bari vecchia, il cuore della città, è riuscita a riscattarsi dalla sua fama oscura grazie a un costante e significativo intervento da parte dello Stato. E se i vari clan a carattere familiare si sono ormai ritirati dai vicoli, oggi è l’hinterland il quadrante da tenere sott’occhio, ma non solo.