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Caserta – “L’allarme non è per il numero  di denunce, ma per il numero sommerso di casi di bullismo e cyber bullismo non denunciati per paura”.

Queste le parole del Questore di Caserta Antonio Borrelli  al convegno di ieri sul “Cyber bullismo: conoscerlo per combatterlo” organizzato alla chiesa del “Buon Pastore” di Caserta in occasione della seconda Giornata Mondiale contro il Bullismo ed il Cyber bullismo.

“A questo proposito tengo ad evidenziare una novità legislativa molto importante – ha sottolineato il Questore alla platea di giovani che affollava la Sala Moscati della parrocchia casertana – che oggi consente al giovane vittima di bullismo di recarsi in questura, accompagnato da un genitore o da un adulto, per chiedere al Questore l’ammonimento del bullo. Non una denuncia penale, quindi, ma un invito che il Questore rivolge al giovane o al gruppo di giovani sopraffattori affinché si rispetti un codice comportamentale in linea con le norme di legge, chiarendo i reati che si configurerebbero in caso di non accoglimento dell’invito stesso”.

All’incontro,  organizzato nell’ambito delle attività del progetto parrocchiale “Nuovi stili di Vita” in collaborazione con Co.De.Si. Caserta (Comitato per il Decoro e la Sicurezza urbana) e Associazione Nazionale Polizia di Stato (Sezione “F. Masone” – Caserta), sono stati resi noti i dati riferiti dall’Unicef, in occasione del “Safer Internet Day”, riguardanti l’utilizzo del mondo virtuale: ogni giorno oltre 175 mila bambini nel mondo si connettono ad Internet per la prima volta (uno ogni mezzo secondo); nel mondo 1 utente su 3 è un bambino, i giovani rappresentano il gruppo di età più connesso. Nel mondo, il 71% di loro è online, comparato al 48% della popolazione totale. I giovani africani sono i meno connessi, con circa 3 su 5 offline, contro 1 su 25 in Europa.

Dati che evidenziano quanto alta sia la probabilità che i giovani si imbattano in episodi di cyber bullissimo divenendone vittime.