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Caserta – Appalto assegnato “con errore” quello andato in scena nei giorni scorsi alla Reggia di Caserta, con l’affidamento del servizio bar-ristorazione al Consorzio Stabile Daman, già noto al monumento per il servizio pulizie che garantisce ai bagni pubblici a pagamento da ottobre scorso.

Più che un errore, o “refuso” come lo definisce il funzionario della Reggia Ferdinando Creta in qualità di   responsabile del procedimento (RUP), quello che fa mostra di sé sulle pagine del sito della Reggia di Caserta dedicate alla “trasparenza” appare un mistero difficile da decifrare.

In pratica mentre il  disciplinare di gara, vangelo per tutti gli appalti pubblici, dichiara che il valore della concessone semestrale è formato da 455 mila euro più 22,949 mila euro, dove quest’ultima cifra rappresenta il canone di concessione fisso semestrale a base di gara, la determina di aggiudicazione che di fatto affida il servizio al Consorzio Daman parla di 24, 372 euro annue che, calcolatrice alla mano, significherebbe circa 2 mila euro al mese. Ma com’è possibile? Neanche un bar di periferia paga un fitto così basso!

Una cifra ridicola per un bar-caffetteria-self service da 450 metri quadrati presente all’ingresso del Parco monumentale, e un ristorante da 110 metri quadrati con giardino annesso di 600 metri quadrati sulla sommità del Parco in prossimità della Fontana di Diana e Atteone.

Due mila euro circa al mese sarebbero un esborso irrisorio per gli  unici ed esclusivi punti di ristoro presenti  all’interno del monumento vanvitelliano tra i più visitati d’Italia e che, se venissero confermata dal contratto con tanto di firma in calce tra le parti, potrebbero inficiare la gara riferita ad un disciplinare non rispettato e sul quale ben 24 ditte si erano fatte avanti per la manifestazione d’interesse, salvo poi ritirarsi in 21“Si è trattato di un errore materiale – ha sottolineato il RUP Ferdinando Creta – chiarito a tutti i partecipanti con la F.A.Q. numero 7 pubblicata sul sito della Reggia”. Eppure è proprio la citata F.A.Q. numero 7 che, alla richiesta del valore della concessione, ribadisce quanto recita il disciplinare ossia 455 mila euro annui.

Si legge, infatti: “A causa di refusi sono stati indicati importi errati del valore della concessione e dell’importo per la garanzia provvisoria negli atti di gara. A RETTIFICA, DEGLI ATTI DI GARA, LADDOVE SI INDICA L’IMPORTO DELLA CONCESSIONE E/O IL VALORE DELLA POLIZZA PROVVISORIA, SI LEGGA E SI INTENDA COME DI SEGUITO SPECIFICATO: L’importo della concessione è di € 477.949,50 (derivante dalla somma dell’importo della concessione stimata in €. 455.000,00 oltre ad € 22.949,50 dell’importo del canone posto a base di gara, come stabilito da delibera ANAC n. 848 del 03/08/2016). La garanzia provvisoria, sotto forma di cauzione o fideiussione a scelta dell’offerente deve essere di € 9.558.99 – pari al 2% di € 477.949,50”. E poi, a domandaquale è la durata del contratto?”, la risposta arriva senza dubbi: “ il contratto avrà durata di mesi 6 (SEI)”.

Da qui il dubbio: ma quanto dovrà pagare il Consorzio Daman alla Reggia?  24 mila euro e rotti (cifra offerta al rialzo dalla Daman) per sei mesi, come indicato nel disciplinare di gara e come ribadito, seppure in maniera criptica, dalla F.A.Q. n.7? Oppure questi 24 mila euro e rotti sono riferiti ad un anno come scritto nell’atto di affidamento del servizio alla Daman?

Un chiarimento che solo la pubblicazione del contratto stipulato tra il Consorzio Daman e la Direzione Reggia potrà fornire, insieme all’effettivo rispetto della clausola di salvaguardia, che gli è valso ben 20 punti in più in gara rispetto agli altri due concorrenti,  secondo la quale il Daman dovrà riassorbire gli otto dipendenti della ditta uscente Angelica nel passaggio di cantiere.

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