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Bruxelles – Nel 2016 fu pubblicato uno studio dell’EFSA che evidenziava il formarsi di sostanze cancerogene nell’olio di palma trattato ad alte temperature. Da allora, l’eurodeputato del Partito Democratico, Nicola Caputo, ha deciso di occuparsi da vicino della questione.

Una mia oral question – spiega Caputo – rivolta alla Commissione fu boicottata dalle pesanti lobby politiche presenti in Parlamento. Ho, poi, presentato un’interrogazione scritta alla Commissione, rispondendo alla quale la stessa si impegnava ad adottare misure entro la fine del 2016. In seguito al suo immobilismo, ho preteso che venisse in ENVI (Commissione per l’Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare, ndr) a spiegare le cause del suo ritardo. Risposero che c’erano ulteriori studi da fare”.

Dopo due anni, l’autorità sui contaminanti nella catena alimentare (CONTAM), lavorando di concerto con la FAO e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha espresso un nuovo parere sulla questione, con un approccio basato sul cosiddetto ‘margine di esposizione’. Successivamente, la Commissione europea ha ritenuto opportuno stabilire un limite massimo più rigoroso per le sostanze presenti negli oli vegetali destinati agli alimenti. Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 19 marzo scorso e le industrie alimentari avranno pochi mesi per adattarsi ai nuovi limiti imposti dalla Commissione.

Tra poco – continua l’eurodeputato di Teverola – nessuno dovrà più preoccuparsi della sovraesposizione a grassi potenzialmente nocivi presenti negli alimenti. Questo è un risultato concreto, ed è la migliore testimonianza del lavoro delle istituzioni europee per la salute dei cittadini. Personalmente, quando si parla di sostanze nocive nella catena alimentare, sono sempre stato un sostenitore del ‘principio di precauzione’. Credo che un margine di incertezza scientifica sia normale, specie quando bisogna fare analisi lunghe e complesse. Ma allo stesso tempo credo che il compito della politica sia un altro, cioè quello di tutelare i cittadini a prescindere dai dibattiti in corso”.

Non è una battaglia facile. Così come accade per il glifosato, per gli interferenti endocrini, per i PFAS e per tantissime altre sostanze di cui mi sono occupato in questi anni, il dubbio sulla loro nocività non sempre è abbastanza per far scattare i primi meccanismi di tutela. La scienza ha i suoi tempi, e sono sacrosanti. Ma il diritto alla salute dei cittadini europei non può aspettare”, conclude l’europarlamentare Nicola Caputo.