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Avevano accettato di ritornare tra i banchi, nelle tre scuole casertane che si erano rese disponibili ad accoglierli, in attesa che il loro Istituto, il Buonarroti di Caserta, venisse messo in sicurezza e dissequestrato dalla Magistratura.

Ma le condizioni accettate si sono rivelate molto più pesanti del previsto, e ciò a fronte di un parterre istituzionale ritroso nel garantire i tempi di consegna dell’Istituto.

E allora loro, i 700 ragazzi dell’Istituto Tecnico gestito dalla Provincia, si sono presentati in massa stamattina in piazza Vanvitelli per chiedere attenzione alle due istituzioni che sulla piazza affacciano, ossia il Comune e la Prefettura di Caserta. Le stesse istituzioni che si erano rese disponibili a sanare una situazione che oggi sembra essere caduta nel dimenticatoio.

E quando il sindaco Carlo Marino li ha accolti nella sua stanza, i due rappresentanti degli studenti hanno raccontato la loro giornata tipo:

alle 14.20, quando si entra in classe, dopo aver studiato in mattinata ed aver sostenuto un viaggio, dai 30 ai 60 minuti, sono già stanchi. Purtroppo, gli si chiedono altre cinque ore di lezione, ridotte e frontali per la mancanza di laboratori, mentre dai vetri assistono all’imbrunire della sera. Alle 18.30, al suono dell’ultima campanella, devono fare una corsa verso la stazione per un treno o un pullman, essendo le scuole dislocate ben lontane da questa; ed infine, finalmente giunti nel loro paese o frazione di esso, camminare per circa un altro chilometro, a piedi, per esclamare, alle 20: “Finalmente, sono a casa!”. Molti, non hanno neanche la possibilità del treno o un pullman per il ritorno, e nessun genitore può, ogni sera, raggiungere Caserta per riprenderlo.

Quando tutto questo finirà? Quando saranno solo un triste ricordo le lezioni serali nelle 33 aule negli unici tre Istituti provinciali resisi disponibili ad accoglierli, ossia il Diaz, l’Itis Giordani e la succursale del Liceo Artistico?

“Mi sento di garantire che la scuola potrà riprendere le sue attività ad inizio 2018 – ha rassicurato Carlo Marino – ma sottolineo che il reale interlocutore per le scuole superiori di Terra di Lavoro è la Provincia di Caserta. Qualora dovessi essere io il prossimo presidente dell’Ente, potro assumermi la responsabilità concreta delle garanzie che sarò chiamato a fornire”.

E in attesa dei risultati che le elezioni Provinciale del prossimo 12 ottobre daranno, con due candidati in lizza alla carica di presidente ossia Marino e Magliocca, i lavori di consolidamento strutturale al  Buonarroti iniziati a gennaio scorso e poi interrotti perché sprovvisti della necessaria autorizzazione del Genio Civile, ad oggi ancora fermi. Nel frattempo l’istituto è stato posto sotto sequestro da parte della magistratura a maggio scorso, una incertezza ulteriore che non lascia ben sperare sul termine di conclusione delle opere, previsto dalle istituzioni per la fine di gennaio 2018.