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Chiude per Pasqua il cantiere del Policlinico Universitario di Caserta, infrastruttura tra le più importanti e costose del Mezzogiorno, con un spesa preventivata di circa 150milioni di euro. Una notizia accolta con pessimismo dai 67 lavoratori del cantiere, che dallo scorso gennaio non ricevono lo stipendio e stanno operando a scartamento ridotto, a causa dei gravi problemi finanziari della società capitolina Condotte, che possiede il 99% delle quote del consorzio appaltatore denominato “Concorsu”, mentre una quota quasi insignificante dello 0,1% è della società Cordioli. Ad inizio 2018 Condotte ha chiesto il concordato preventivo al tribunale di Roma, che ha accordato 120 giorni di tempo affinchè la società presenti un congruo piano di pagamento dei creditori; il termine scadrà il prossimo 18 maggio, e fino a questa data non potranno essere pagati gli addetti del Policlinico, che non figurano come dipendenti di Condotte, per cui qualunque somma riesca ad incamerare la società non potrà essere girata a Concorsu, fin quando l’autorità giudiziaria non darà via libera al concordato.

Una situazione di stallo che ha quindi convinto il Consorzio a chiudere per le festività pasquali il cantiere, un po’ come le scuole. “La differenza – dice un lavoratore che preferisce restare anonimo – è che il cantiere dovrebbe riaprire lunedì 9 aprile, mentre gli istituti scolastici qualche giorno prima. Chissà se davvero riaprirà”. Raffaele Coraggio, presidente di Concorsu, garantisce che “alla riapertura del 9 aprile avremo un quadro più chiaro, ma di certo Condotte vuole terminare il Policlinico, che rappresenta per la società un’opera molto rilevante”.

Il termine del 2020 per completare l’opera, annunciato lo scorso anno dal Governatore Vincenzo De Luca, “potrebbe anche essere rispettato se a maggio ripartiremo” dice Coraggio; “se i tempi dovessero allungarsi – aggiunge – sarà più complicato”.

Al momento la struttura esterna è ormai completata, presto verranno ultimate la parte relativa alla didattica e alla ricerca, per l’assistenza ci vorrà più tempo. Ma tutto è condizionato dalla decisione del tribunale di Roma. I lavori al Policlinico erano ripartiti nel marzo 2017 dopo oltre due anni e mezzo di rallentamenti dovuti sia ai ritardi nei pagamenti da parte degli enti proprietari (Miur, Ministero della Sanità e Regione, ndr) che a lentezze burocratiche legate alla necessità di apportare varianti al progetto originario. La prima pietra fu posta nel 2003.