- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Casal di Principe (Ce) – Lunedì 26 marzo, alle ore 18, presso Casa don Diana in via Urano 18 a Casal di Principe, Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro capo della scorta del giudice Giovanni Falcone, ripercorrerà con il filo dei ricordi quei tragici momenti e la storia che ci porta, dal 23 maggio del 1992 con la strage di Capaci, fino ad oggi.

Antonio Montinaro, venne ucciso dalla mafia insieme al magistrato, a sua moglie Francesca Morvillo e agli altri due agenti della scorta, Rocco Dicillo e Vito Schifani. ‘Quarto Savona 15’, è così che si chiamava la squadra della scorta a Falcone.

A Casa don Diana, bene confiscato alla camorra e gestito dal Comitato don Peppe Diana, Tina Montinaro parlerà agli studenti, ai giovani e a quanti sentono l’importanza di ricordare per capire. L’incontro è inserito nell’ambito delle iniziative di memoria e di impegno per costruire comunità educative, sane e solidali. Il calendario che ha visto anche la visita del giudice Nino Di Matteo e degli Stati Generali delle Terre di don Diana, è stato voluto dal Comitato don Diana, in ricordo di don Giuseppe Diana, sacerdote casalese ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994 e di tutte le vittime innocenti della criminalità.  

«Senza memoria non c’è futuro», ha detto Montinaro, aggiungendo: «Io spiego ai giovani, attraverso la storia di mio marito e di chi ha combattuto e combatte le mafie, che non bisogna accettare l’indifferenza, il silenzio, il voltarsi dall’altra parte. I mafiosi si nutrono proprio di questo. E allora penso che soprattutto i giovani devono essere preparati, vigili, attenti, prendendo in mano la bandiera della legalità, per evitare che si ripetano quei tempi bui di allora».

In una ideale lettera di Tina Montinaro a suo marito, la donna scrive: «È cambiato tanto, non c’è dubbio; dopo quella tragica data, la coscienza dei palermitani sembra essersi risvegliata. Ci volevano le due stragi per portare migliaia di persone giù in strada? Non lo so, non riesco a capirlo, ma è un dato di fatto: da quelle date si è cominciata a sviluppare una genuina coscienza antimafia che però ahimè, ti devo confessare, credo che negli ultimi anni si sia persa».