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Caserta – Era il 12 marzo 2019 quando la struttura che ospitava a Caserta le attività del – fu posta sotto sequestro per criticità strutturali. Da quasi due anni, attivisti e rappresentanti dell’associazione sono in attesa che il Comune di Caserta fornisca loro una nuova sede, la cosiddetta “casa del sociale”, ed intanto hanno continuato a svolgere in strada o appoggiandosi presso sedi di altre associazioni, importanti attività, dalla gestione del progetto di accoglienza per migranti Sprar agli sportelli per il reddito e per le famiglie, e nell’ultimo anno di pandemia il supporto per l’accesso ai bonus, l’aiuto psicologico o quello più materiale per cibo, spesa a domicilio, consegna farmaci e bombole di ossigeno. In attesa che venga riqualificato il capannone sotto sequestro di viale Ellittico che ospitava il centro sociale, il Comune di Caserta ha deciso intanto di ristrutturare il palazzo Ex-Omni a viale Beneduce, che ospitava gli uffici del rettorato, con un stanziamento regionale di 700mila euro, che diventerà sede dell’Ex Canapificio. L’iter però non è ancora ultimato.

Mimma D’Amico, storica responsabile del Centro sociale, spiega che “la delibera del Comune è già pronta, ma manca una parte fondamentale, cioè l’affidamento, come è stato già deciso, all’Ex-Canapificio. , ‘ ‘ à a, ‘è ‘ ? Chiediamo risposte chiare a questa amministrazione, i cittadini di Caserta non possono più aspettare di avere un luogo dove i loro bisogni e le loro istanze vengano ascoltati”. In questi mesi di emergenza sanitaria, l’Ex Canapificio, facente parte della rete Caserta Solidale, cui partecipano anche il Comitato Villa Giaquinto, l’Arci, Città Viva, la Caritas, Nero e non solo, la Coop Zetesis e tanti volontari, ha attivato un call center per aiutare le tante persone bisognose. Il Centro sociale è presente anche a Castel Volturno, dove vivono oltre 15mila extracomunitari non regolari, con un proprio sportello presso il Centro per migranti Fernandes.

“Se abbiamo resistito – dice la D’Amico – è solo grazie alla Caritas, alla parrocchia del buon Pastore, agli scout, al Cidis che ha ospitato il nostro sportello sanitario, alla Fondazione Diana che ha accolto tutte le nostre cose tra cui PC e mobili che allestivano l’ex canapificio, mentre don Nicola Lombardi che ci ha messo a disposizione degli spazi per le nostre assemblee”.