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Caserta – Prima il ritrovo nella piazza antistante il monumento ai caduti, un luogo scelto non a caso, ma “in quanto il simbolo di una città che non vuole arrendersi”, quindi il corteo per le strade del centro, pacifico e con la stretta osservanza delle norme anti-Covid, tra mascherine e distanziamento.

E’ così che i commercianti di Caserta hanno protestato, sfogando la loro frustrazione per “le continue restrizioni nazionali e regionali”; dalle strade di Corso Trieste, cuore del capoluogo che da anni vive una crisi del commercio che sembra irreversibile, gli esercenti hanno lanciato una disperata richiesta di aiuto alle istituzioni locali e nazionali. “Chiediamo contributi che possano quanto meno attutire le ingenti perdite di questi lunghi mesi in preda alla pandemia” hanno spiegato. La mobilitazione è iniziata questa mattina con un presidio realizzato davanti al Monumento ai Caduti per raccogliere le adesioni alla manifestazione; è poi stata posta anche una bara con un manifesto che annunciava la morte del lavoro; in serata sono stati aggiunti dei lumini.

Al corteo, giunto fino all’esterno della Prefettura, hanno preso parte non solo ristoratori, ma i rappresentanti di tutte le categorie e anche alcuni gruppi di tifosi della Casertana e del team di basket della Juvecaserta. Intanto se le ragioni della protesta uniscono tutto il mondo del commercio, è sulla reazione di fronte alle difficoltà che molto si dividono: i fratelli pizzaioli Sasà e Francesco Martucci, titolari di due rinomate pizzerie, hanno preso decisioni opposte, il primo ha deciso di chiudere, il secondo di restare aperto. “Siamo contrari – ha scritto Sasà Martucci – al restringimento dell’orario di apertura al pubblico che penalizza anche chi in questi mesi ha lavorato a testa bassa, duramente e con criterio, che ha investito per garantire sempre la massima sicurezza dei propri clienti, senza mai avere la possibilità di avviare una discussione tra istituzioni e i ristoratori o le associazioni di categoria”. Di parere opposto Francesco.

“Siamo stati tutti chiamati di nuovo a sacrificarci e resistere – ha scritto sui social – Noi de ‘I Masanielli” faremo la nostra parte, non intendiamo tirarci indietro né rinunciare a quel che offriamo. Saremo aperti tutti i giorni, anche i festivi, dalle 12 alle 16. È il nostro lavoro, è la nostra vita”.