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Caserta – Maura Messina ha solo 26 anni quando scopre di avere il cancro. Si è appena laureata in Design per l’Innovazione, convinta di  doversi buttare a capofitto nel mondo del lavoro, e invece deve accantonare i progetti lavorativi e dedicarsi a un percorso diverso: un ciclo di chemioterapie durato circa sei mesi, seguito da uno di radioterapie.

Non accantona però il suo modo di guardare in faccia la vita con un sorriso, e sorride anche al suo tumore, quel “limone di Sorrento” contro cui lotta e vince.

Da quel viaggio nasce un racconto che è un vero e proprio inno alla vita, un diario di bordo leggero, persino ironico e pieno di speranza dal titoloDiario di una Kemionauta” edito da Homo Scrivens.
“Tutto è iniziato come conseguenza ad una serie di divieti frutto della chemioterapia – spiega Maura Messina –  Durante quel periodo mi era stato vietato l’uso delle vernici e dei colori ad olio che usavo per dipingere. Un caro amico mi ha suggerito di impiegare parte del mio tempo scrivendo. Ho seguito il suo consiglio. Senza dirlo a nessuno, ogni volta che tornavo da una seduta di chemioterapia, scrivevo delle riflessioni su un’agenda che custodivo nel cassetto del mio comodino. Ogni volta che scrivevo non rileggevo mai ciò che avevo già scritto. Continuavo ad andare avanti senza voltarmi indietro. Pochi giorni prima di Natale, al termine della chemio, ho riletto per la prima volta il diario. Mi sono trovata davanti a una storia completa, mi sono scoperta kemionauta in un mondo nel mondo, una sorta di “terra di mezzo” chiamata Kemioland. Leggevo le pagine con una gioia infinita, ho vissuto il classico effetto del “riavvolgimento di pellicola”, ero felice che quel momento fosse passato. La mia ematologa e altri medici hanno definito “Diario di una kemionauta” un libro terapeutico, utile per il paziente e per i familiari che lo accompagnano”.

Maura Messina ha incontrato il suo pubblico di lettori ieri sera a Capua, nella chiesa di San Michele a Corte. Ad accompagnarla gli scatti in mostra del fotografo Franco Gaglione dal titolo “Scritto sul corpo”, una personale curata dall’Associazione Appunti Fotografici.

L’evento, nato dalla collaborazione tra Cose d’interni Libri e l’associazione Donne Comenoi, ha concluso la prima giornata di “Arte per Arte” il progetto dove  teatro, letteratura, musica, e mostre d’arte accendono i riflettori nei monumenti da promuovere e valorizzare.

E ieri, prima domenica di apertura gratuita dei monumenti, Capua ha dato il via a  “Le stagioni di Capua” dove la storia si è raccontata in strada attraverso le voci dei suoi protagonisti, da Pier delle Vigne a Ettore Fieramosca e le donne vittime del sacco di Cesare Borgia, da Silvio Fiorillo e Capitan Matamoros, a Ferdinando Palasciano e Giuseppe Martucci.

Un progetto, che si ripeterà domenica 3 dicembre, organizzato da “Info Capua Sacra”, punto informativo della Commissione “Capua Sacra” che ha aperto tutte chiese monumentali con un percorso di drammatizzazione curata dalla Compagnia Teatrale “La Mansarda – Teatro dell’Orco” e prodotta da “Capua il Luogo della Lingua” in collaborazione con il Touring Club Italiano – Aperti per Voi Capua.