- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

La Squadra Mobile di Caserta continua a cercare tracce del cittadino marocchino che aveva fittato l’abitazione di Cervino (Caserta) dove due giorni fa è stato rinvenuto il cadavere in avanzato stato di decomposizione della montenegrina di 38 anni Juliya Jaksic, scomparsa il 22 ottobre scorso dal quartiere napoletano del Pallonetto.

La donna è stata trovata riversa nel bagno in una pozza di sangue con un colpo di pistola alla testa, ma il medico legale, dopo un primo esame, ha ipotizzato che il proiettile, di piccolo calibro, sia stato sparato in bocca per poi fuoriuscire dal cervello. Gli investigatori della Polizia di Stato, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno accertato che il maghrebino, con cui la 38enne aveva allacciato una relazione, non ha stipulato alcun contratto di fitto con la proprietaria italiana; anche per tale motivo gli inquirenti non sono ancora arrivati ad un’identificazione ufficiale dell’uomo, sebbene amici e parenti della donna ne abbiano riferito il nome. Lo stesso ex marito della montenegrina, un pregiudicato napoletano, qualche giorno fa si è recato al Commissariato della Polizia di Stato a Maddaloni, che ha competenza sul comune di Cervino, per denunciare la scomparsa della donna. Juliya era stata vista l’ultima volta il 22 ottobre scorso a Napoli nei pressi di un bar nella zona della stazione centrale; alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto un cittadino maghrebino, che dovrebbe essere la stessa persona che ha fittato la casa di Cervino, portar via la 38enne dopo una lite per gelosia. L’ipotesi è che possa averla condotta a Cervino e uccisa quasi subito, visto che la morte, secondo il medico legale, risalirebbe ad oltre una settimana fa.