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Ci chiediamo come mai, nel dossier del Viminale dello scorso 15 agosto, non vengano riportate le vittime della strada. È una constatazione che la dice lunga su quanto il governo non ponga la dovuta attenzione sulla tematica”. A parlare è il portavoce dell’associazione unitaria familiari e Vittime della Strada Odv, Biagio Ciaramella, che, in una nota stampa, ha espresso tutto il suo disappunto. 
 
Non solo siamo stati condannati all’ergastolo del dolore da chi, sulle strade, non ha rispettato il codice della strada, ma, ancora oggi, ci rendiamo conto che per chi guida dopo aver utilizzato droghe, aver bevuto, per chi procede ad alta velocità, con un cellulare all’orecchio o senza cintura, la certezza della pena non esiste – afferma il vicepresidente e referente delle associazioni Ciaramella -. Addirittura chi muore per colpa di questi individui non risulta nemmeno nella lista delle statistiche ufficiali governative. È un affronto”.
 
Eppure, stando alle statistiche elaborate dalle associazioni, ogni giorno sulle strade italiane muoiono, in media, 12 persone. “Nel 2023 non esiste ancora un piano concreto per diminuire la mattanza sulle strade – dice l’aversano –. Ci appelliamo al Capo dello stato ed a Papa Francesco, che, dall’alto di Piazza San Pietro, non ha mai pronunciato parole di vicinanza ai familiari delle vittime della strada”. 
 
Alberto Pallotti, presidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada Odv e dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Odv, ed Elena Ronzullo, Presidente dell’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada Odv, hanno commentato: “Come presidenti di associazioni che da anni si prodigano in una battaglia senza fine, siamo stati e resteremo vicini a chi ci chiede un aiuto – affermano all’unisono -. Ci chiediamo a cosa sia dovuta l’indifferenza delle istituzioni. I morti sulle strade possono essere evitati, ma sono necessari più controlli e la garanzia di una pena certa”.