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Caserta – Dopo la dichiarazione del secondo dissesto finanziario in sei anni, non c’è commento o foto sui social che non si concluda con un sonoro “jatevenne”.

Perché, al netto dai rimpalli di responsabilità tra l’attuale sindaco e il suo predecessore e di tutte le caleidoscopiche dietrologie sui motivi che da anni relegano Caserta in coda a tutte le province italiane per qualità della vita e tutto il resto, restano sulle piazze fisiche e virtuali le insofferenze dei cittadini chiamati a fare i conti tutti i giorni con una realtà sempre più lontana dai proclami farciti di verbi coniugati al futuro.

Buche, erbacce e ciarpame d’ogni tipo nascondono quelle che un tempo meritavano il nome di strade e marciapiedi; parcheggiatori abusivi e regolari si contendono il territorio a suon di sfregi e multe a danno dei parcheggianti; e lì dove la sosta selvaggia invade intere gareggiate, strisce pedonali, incroci, marciapiedi, e divieti di sosta d’ogni tipo, la richiesta  d’intervento rivolta ai vigili urbani appare come una bestemmia in chiesa.

E se piove e si allagano strade e garage mai si dica che dipende dalle grate di scolo intasate di terra tanto da fiorire in primavera e se tira vento e crollano gli alberi mai si insinui che la colpa sia di chi istituzionalmente sarebbe chiamato a mettere in sicurezza le strade arse dagli incendi pedemontani della scorsa estate. E se i turisti scappano da Caserta e provincia mai puntare il dito sullo stato di degrado assoluto in cui versano beni a tutela Unesco o su una città che nelle giornate di festa e di flussi turistici ai monumenti aspetta con le saracinesche serrate che i clienti vadano a citofonare i commercianti a casa, magari annunciandosi qualche giorno prima che non si sa mai. E della manutenzione del verde pubblico inesistente e spazi ridotti a giungla mica e colpa di una volontà politica di facciata che ogni tanto qui e là invia la ditta con uomini e mezzi sottodimensionati anche solo per sfoltire l’aiuola di un condominio.

Commenti questi che, su gruppi e pagine social, piovono a decine ogni giorno nella speranza che almeno si smuova l’amor proprio di qualche amministratore, politico o aspirante tale, organo istituzionale e similare, disposto per dignità almeno a chiedere scusa. Scusa per un biodigestore imposto a pochi metri dai centri abitati di 4 comuni e alla Reggia, scusa per la proroga concessa alle attività estrattive di una cava, scusa per l’assenza di risposte a qualsiasi domanda e contestazione mossa nei luoghi virtuali dei social che le istituzioni pur frequentano abitualmente per promuoversi.

Scuse che oramai, anche a fronte di qualche buona intenzione sottolineata da #fiduciapercaserta , sui social meritano sempre più spesso la replica trasversale  #jatevenne