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Ancora un’indagine penale scuote l’Asl di Caserta, più volte in passato travolta da arresti di funzionari di vertice e dipendenti. Dodici gli arresti effettuati dai carabinieri del Nas di Caserta nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli Nord, che ha messo nel mirino il Dipartimento di Salute Mentale (Dsm) dell’Asl di Caserta nel periodo in cui era guidato dal dirigente Luigi Carizzone (arrestato), prima rimosso nel gennaio 2020 dall’Asl, che ha fattivamente collaborato alle indagini, quindi andato in pensione. I militari del Nucleo Anti-Sofisticazione hanno anche eseguito sei misure interdittive. Numerose le violazioni penali accertate, dagli episodi di assenteismo alle gare truccate e affidate ad imprenditori in cambio di tangenti, dai falsi certificati medici alla mancata attuazione dei progetti finalizzati alla cura dei pazienti delle cosiddette “fasce deboli”, i cui fondi sarebbero stati però spartiti tra i dipendenti del Dsm. 

Un’indagine ribattezzata “penelope” proprio in ricordo della famosa “tela” nella quale sono incappati ancora una volta funzionari pubblici e imprenditori del Casertano: 70 in totale gli indagati, 48 dei quali si sono visti sequestrare somme e beni per oltre 1,5 milioni di euro. Tra gli indagati anche il presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero,  che risponde del reato di traffico illecito d’influenze, in relazione alla proroga della nomina proprio di Carrizzone a responsabile del Dsm; indagato anche l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biagio.

Per gli inquirenti c’era un passaggio di danaro continuo tra imprenditori interessati ad avere appalti e i funzionari del Dsm; un canale corruttivo sempre aperto alimentato anche regali costosi alle mogli dei funzionari, come borse di Louis Vuitton. 
Oltre a Carrizzone, figura centrale dell’indagine, che avrebbe ottenuto tangenti e avrebbe gestito come socio di fatto due strutture di riabilitazione psichiatrica in cui indirizzava i pazienti che aveva in cura come funzionario medico dell’Asl, ovviamente a spese dell’azienda sanitaria, sono finiti ai domiciliari il psichiatra dell’Asl Nicola Bonacci e i dipendenti Asl Antonio Stabile, Francesco Della Ventura, Pasquale Sannino. Ci sono poi gli imprenditori arrestati, accusati di aver siglato accordi corruttivi con i funzionari Asl: in manette è finito poi l’imprenditore di Sessa Aurunca Michele Schiavone, titolare di Rsa e centri per la riabilitazione psichiatrica, padre di Massimo, ex presidente del consiglio comunale di Sessa Aurunca nonché candidato alle recenti Regionali nel PD.
 
C’è poi Cuono Puzone, presidente della Misericordia di Caivano (Napoli), associazione privata che effettua il servizio di emergenza 118 nel Casertano; Puzone è accusato di aver pagato tangenti a Della Ventura per vincere l’appalto per il servizio del 118, la cui gara da sei milioni di euro si è tenuta nel 2018; peraltro la Misericordia gestisce il 118 nel Casertano da undici anni. Arresti domiciliari anche per un commercialista di Teverola, Antonio Scarpa, e due imprenditori edili che effettuavano lavori per l’Asl, ovvero Alberto Marino di Casaluce e Antonio Papa di Marano di Napoli; quest’ultimo si è visto affidare dietro il pagamento di tangenti lavori a Villa Scarface a Casal di Principe, la villa simbolo dei Casalesi confiscata dallo Stato e poi trasformata in centro di riabilitazione mentale dell’Asl di Caserta.