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Casal di Principe (Ce) – Sergio Mattarella è appena arrivato all’istituto Guido Carli di Casal di Principe (Caserta), accolto dai ragazzi della scuola e di due istituti comprensivi della città con le bandierine tricolori; all’interno èstato intonato l’inno nazionale.
Mattarella ha già visitato il cimitero di Casal di Principe dove ha incontrato alla cappella della famiglia Diana, gli stretti congiunti del sacerdote ucciso dalla camorra, in particolare i fratelli Emilio e Marisa e consorti e figli; c’era pure Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto don Diana.

Per gli studenti è un sogno poter assistere alla visita del Capo dello Stato Mattarella, primo cittadino d’Italia, punto di riferimento per tutti, specie per i più giovani, che ha voluto dialogare con loro e questo è un segnale molto forte”. Emozione ed orgoglio nelle parole di Tommasina Paolella, dirigente dell’istituto tecnico “Guido Carli” dove il presidente della Repubblica effettuerà la seconda tappa, l’unica pubblica, della sua visita a Casal di Principe (Caserta) per commemorare la figura di Don Diana. Casale ha accolto il Capo dello Stato con un manifesto gigante di benvenuto affisso all’entrata della cittadina e uno striscione appeso al ponte d’ingresso.

Questa scuola – aggiunge la Paolella – rappresenta la comunità di Casal di Principe, una cittadina rinata proprio dalla morte tragica di don Diana; da quel 19 marzo del 1994 è nata questa strada di riscatto che anche le associazioni le scuole hanno cercato e voluto. È lento e faticoso il percorso di riscatto ma pian piano riusciremo a trovare l’energia giusta per creare un futuro migliore in queste terre. I ragazzi – aggiunge la Paolella – racconteranno al presidente Mattarella la loro esperienza a Casal di Principe, cosa significa vivere in queste terre, le loro aspettative e speranze. Qui mancano ancora offerte di lavoro, la sanificazione dell’ambiente, e non dimentichiamo tutti i problemi sociali che il territorio vive, come l’abusivismo edilizio”.

Il nostro “tettorio è stato troppo spesso devastato da interessi personalistici” ma i “nostri ragazzi sono i figli della rinascita“. Lo ha detto la preside dell’istituto “Guido Carli”, Tommasina Paolella, rivolgendo il saluto al Capo dello Stato, Sergio Matterella, in visita a Casal di Principe.
La preside ha ricordato il lavoro che si fa con i ragazzi ribandendo che la presenza di Mattarella “rappresenta la speranza del futuro della nostra terra”.

Io non conoscevo il metodo di don Lorenzo Milani ma conoscevo quello di don Peppe”.
Lo ha detto emozionata una docente del’istituto “Guido Carli” aggiungendo che nel ricordo dio don Diana “noi vogliamo essere la voce del riscatto” di una “terra tropo a lungo dimenticata”.

Ventinove anni fa promisi sulla bara di don Diana che il suo sacrificio non sarebbe stato vano, e oggi la sua visita, Presidente Mattarella, dimostra che quella promessa è stata mantenuta”. Così il sindaco di Casal di Principe (Caserta) Renato Natale si è rivolto dal palco della palestra dell’istituto tecnico Guido Carli al Capo dello Stato Sergio Mattarella, seduto in prima fila.
Proprio il 21 marzo di 29 anni fa, in ventimila parteciparono al funerale di don Peppe Diana: le lenzuola bianche invasero Casal di Principe, e da lì è rinata la città. Sono nate associazioni di volontari, sono state fatte iniziative antimafia, e trincea dopo trincea i casalesi hanno riconquistato la libertà dalla camorra, fin quando non fu affisso per i muri della città lo striscione ‘qui la camorra ha perso'”.

Quaranta anni di predominio sul territorio da parte della camorra hanno lasciato macerie che bisogna ancora rimuovere. Sono ancora tante le criticità, dalla mancanza di lavoro per i giovani ai problemi ambientali, e ci aspettiamo risposte dallo Stato, anche perché se non dovessimo dare risposte ai cittadini, la camorra potrebbe riconquistare spazio e potere. Ma la sua presenza qui, Presidente, ci dà speranza ed entusiasmo per andare avanti con fiducia, sapendo che lo Stato, che lei qui rappresenta nella sua unità, è dalla nostra parte”. Ha continuato il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, rivolto al presidente Sergio Mattarella.

Siamo pronti, grazie alla cultura e ai principi di legalità di cui don Peppe era testimone, a creare una nuova immagine”. Lo ha detto Gabriele, rappresentante di istituto della scuola “Carli” rivolgendo il saluto di benvenuto al presidente Sergio Mattarella chiedendogli di “non abbandonarci”.

Abbiamo bisogno di sapere che le istituzioni ci sono e ci confortano”, ha proseguito il rappresentante di istituto ribandendo che i giovani non vogliono però recidere le loro radici sforzandosi anche di contrastare i pregiudizi.
Lo studente ha ricordato anche le numerose iniziative che li vedono protagonisti “per la promozione dei principi della legalità e della cittadinanza attiva”. La scuola, ha proseguito “deve essere concepita come luogo deve crescere ed integrarsi”.

Al presidente Mattarella abbiamo mostrato il luogo del martirio, la sacrestia in cui fu ucciso don Diana, e lui è rimasto molto colpito e ha posto parecchie domande sulla vita prima di morire di don Peppe.
Poi ci ha ringraziato per tutto ciò che abbiamo fatto per alimentare la memoria di don Diana”. Lo racconta don Franco Picone, vicario della Diocesi di Aversa (Caserta) presente alla chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, di cui è parroco, dove fu ucciso nel 1994 don Diana, e dove il capo dello Stato si è recato.
All’esterno della chiesa c’erano tanti bimbi festosi delle scuole elementari e materne, tra cui quelli della scuola della parrocchia; tutti avevano in mano le bandierine tricolori e i più piccoli hanno intonato l’inno di Mameli, con Mattarella che fuori dal protocollo si è fermato un attimo per ascoltare. Ad attendere il presidente della Repubblica all’interno c’erano il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo, don Franco Picone e i due sacerdoti, don Carlo dell’Aversana e don Armando Broccoletti, che firmarono il manifesto di don Peppe “Per amore del mio popolo”, in cui il sacerdote incitava la gente a ribellarsi al dominio della camorra. I due sacerdoti hanno raccontato di don Peppe prima della morte, “del suo coraggio nel denunciare e nel non darla vinta alla camorra”. “A Mattarella – aggiunge Picone – abbiamo mostrato l’albero della vita montato sul crocifisso al centro dell’altare, che ha voluto significare la rinascita dopo l’omicidio. Mattarella ci ha ringraziato più volte per essere riusciti a valorizzare questo territorio tanto martoriato”.