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Caserta – Da domani l’unico punto di ristoro presente alla Reggia di Caserta chiuderà i battenti. La serrata, intimata per il 28 febbraio dalla direzione Felicori alla società Angelica che gestisce il servizio dal 2004, non ha tenuto conto né delle 10 famiglie di lavoratori che da domani rimarranno senza stipendio, né dei visitatori che, soprattutto la prossima domenica 4 marzo prima gratuita del mese, pioveranno da ogni dove in pieno gelo e senza neanche la speranza di un caffè. E’ questo l’ultimo atto di una vicenda iniziata nel 2011 con un contenzioso avviato dalla società Angelica contro l’allora Soprintendenza dei Beni Culturali per violazione del diritto di esclusiva sulla gestione degli eventi.

Un contenzioso che, nel 2013, aprì uno spiraglio di dialogo tra le parti con la sottoscrizione di una transazione in virtù della quale Angelica avrebbe ritirato le doglianze a patto che la Soprintendenza avrebbe mantenuto l’impegno di rivedere i canoni di locazione ritenuti insostenibili. L’atto, firmato dall’allora Direttore Regionale dei beni Culturali Angelini in pieno crollo di turisti in Campania, fu applicato dal 2010 in poi a quasi tutti i concessionari della regione, compresi quelli di servizio biglietterie come Aretusa,  tranne che alla società Angelica.

Inoltre risulterebbe agli atti una missiva tra la società Angelica e l’allora soprintendente Enrico Guglielmo che prorogava la scadenza dell’appalto a dicembre 2018 a compensazione dei ritardi di consegna dei locali interni al Parco monumentale dove Angelica avrebbe dovuto gestire un nuovo punto ristoro. Un ritardo di consegna, durato oltre tre anni, dovuto alla carenza di fondi necessari alla Soprintendenza per il restauro degli ambienti.

Missiva che il Tar della Campania non avrebbe ritenuto valida considerando  “le comunicazioni interne prive di efficacia”. E mentre la società Angelica presenta ricorso al Consiglio di Stato, e da questo attende sentenza, la Direzione Felicori comunica la data di chiusura del punto ristoro al 28 febbraio.

Intanto è prevista per domani l’apertura delle buste pervenute alla gara di affidamento del servizio. In 25 si erano presentate alla manifestazione d’interesse, ma di queste soltanto 3 ditte hanno di fatto formalizzato la partecipazione alla gara di appalto che, nel capitolato, prevede l’assorbimento di “parte” del personale nel passaggio di cantiere. A prescindere dal chiarimento che quel “parte” richiederà, resta il fatto che i tempi di subentro della nuova società non saranno certo rapidi, e nel frattempo i lavoratori rimarranno senza stipendio e i turisti senza il ristoro almeno di un caffè.