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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (sostituto procuratore Pietro Camerlingo) ha disposto la riesumazione della salma della 34enne Rossella Fiato, morta davanti ai tre figli di 12, 10 e 3 anni il 4 aprile scorso mentre era nella sua casa di Sparanise (Caserta); proprio i bimbi chiamarono i vicini facendo giungere i soccorsi. La decisione dell’ufficio giudiziario è arrivata in seguito alla denuncia presentata a fine aprile dal marito, assistito dall’avvocato Salvatore Piccolo, secondo cui a provocare il decesso sarebbero stati gli effetti della pillola anticoncezionale che la donna aveva iniziato a prendere pochi giorni prima di morire su prescrizione di una dottoressa qualificatasi su internet come ginecologa, ma che non avrebbe la specializzazione. Un calvario, quello della 34enne dipendente di una scuola paritaria, che il marito ha scoperto qualche settimana dopo la morte, che era stata subito classificata come un decesso naturale dovuto ad arresto cardiocircolatorio, tanto che sulla salma non era stata effettuata autopsia.

Il marito della donna, disperato per la perdita improvvisa, ha impiegato qualche giorno per riacquistare lucidità, ed ha così iniziato a controllare il cellulare di Rossella per capire se ci fosse qualcosa strano o che comunque potesse aiutare a comprendere le circostanze che avevano portato la 34enne alla morte. Dall’analisi del servizio di chat whatsapp, sono così spuntati i messaggi scritti e quelli audio, e le foto scambiate proprio con la ginecologa cui Rossella si era rivolta per problemi al ciclo mestruale. La 34enne, molto religiosa, non ne aveva fatto parola con il marito dei suoi problemi, ma si era rivolta ad un medico donna trovato su internet. L’uomo ha poi trovato la ricetta della pillola e ha consegnato tutto all’avvocato; insieme hanno ricostruito gli ultimi giorni di vita di Rossella, denunciando poi i fatti in Procura. Rossella, già dopo aver preso la prima pillola, aveva sofferto di mancamenti e dolori alle gambe, che le si erano gonfiate; la dottoressa, contattata via whatsapp (le sono state inviate anche le foto degli arti gonfi), le aveva però consigliato di bere di meno e di usare dei cuscini sotto i piedi quando era a letto, in modo da tenerli alti. Consigli risultati inutili, tanto che la 34enne, dopo tre giorni di problemi, si è recata dal suo medico curante, che le ha subito intimato di interrompere l’assunzione della pillola anticoncezionale e di fare delle analisi. Rossella ha nuovamente contattato la professionista che, quasi infastidita, le ha detto di seguire il suggerimento del medico di famiglia. Ma ormai per Rossella era tardi. La 34enne è andata a fare le analisi il 4 aprile, poi è tornata a casa dove ha avuto appena il tempo di dire ai suoi tre figli che non si sentiva bene, quindi è caduta a terra ed è morta. I risultati delle analisi del sangue sono arrivati dopo il decesso e consegnati in Procura. Domani 30 giugno verrà conferito l’incarico di consulenti al professionista Ernesto Catena, tra massimi esperti regionali di Tisiologia e malattie dell’apparato respiratorio, ed Antonio Palmieri.