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Caserta – La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha chiesto il rinvio a giudizio per 36 persone, tra imprenditori privati della sanità, funzionari della Regione Campania, dell’Asl di Caserta e della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, dipendenti ed ex amministratori del Comune di Castel Volturno, tutti indagati a vario titolo per reati di corruzione, falso, indebita induzione, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. A rischiare il processo, oltre all’imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone, i funzionari della Regione Antonio Postiglione (dirigente del settore sanità), Antonio Podda e Arturo Romano, il presidente di Aiop Campania (Associazione Italiana Ospedalità Privata) Sergio Crispino, l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo con parte della sua giunta e alcuni ex consiglieri comunali.
L’indagine riguarda gli illeciti che si sarebbero consumati attorno ai lavori di ampliamento del “Pineta Grande Hospital” di Castel Volturno (Caserta), l’unico presidio sanitario del litorale domizio. Figura chiave dell’indagine è il noto imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone, proprietario della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, delle case di cura “Padre Pio” di Mondragone, Villa Bianca di Napoli, e Villa Ester di Avellino; Schiavone fu arrestato dai carabinieri del Reparto Operativo di Caserta nel gennaio scorso e posto ai domiciliari, quindi fu liberato.
Secondo la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone, Schiavone, personaggio importante anche all’interno di Confindustria, avrebbe corrotto funzionari comunali e regionali, assumendo loro parenti o amici nelle proprie cliniche, pur di ottenere l’ok ai lavori di ampliamento della Pineta Grande (il cantiere è stato sequestrato) e il “sì” all’attuazione del progetto di fusione e accorpamento di cliniche di sua proprietà, passaggio necessario per poter aumentare la dotazione dei posti letto alla Pineta Grande. Per gli inquirenti sarebbero in particolare illegittimi, perché appunto frutto di corruzione, tutti gli atti amministrativi emessi dal Comune di Castel Volturno e relativi all’ampliamento della clinica, in particolare le tre delibere autorizzative del Consiglio comunale varate tra il 2014 e il 2016, periodo in cui era in carica il sindaco Dimitri Russo, e i due permessi edilizi rilasciati dall’ufficio tecnico dello stesso Comune nel 2017 e nel  2018.
Amministratori e funzionari comunali sarebbero stati ricambiati con l’assunzione nelle cliniche di Schiavone di almeno otto persone, tra parenti e amici. Sarebbero illegittimi inoltre, per la Procura, anche gli atti emessi dalla struttura commissariale della Regione Campania e relativi alla programmazione del fabbisogno sanitario regionale; nel mirino della Procura è finito in particolare il Decreto del Commissario numero 8 del 2018 (il piano regionale sanitario), ritenuto illegittimo perché potenzierebbe il settore privato a scapito di quello pubblico, violando in tal modo la legge regionale 4 del 2017. La Procura fa notare come nel decreto siano stati previsti “interventi sul pubblico per ridurre l’eccedenza in ordine al rapporto unità operative/bacini d’utenza, mentre nel privato tale eccedenza non solo non è stata ridotta, ma si è amplificata con una generica previsione di riduzione nel triennio 2019-2021”.
I funzionari regionali inoltre, contesta l’ufficio inquirente, avrebbero scritto sotto dettatura di Schiavone, e con la mediazione del presidente di Aiop, Crispino, una circolare attuativa (la 2045 del 6 settembre 2018), con la quale “l’imprenditore otteneva di poter attuare il suo progetto di fusione/accorpamento con procedura straordinaria di accreditamento”, circostanza che “consentiva a Schiavone di trasferire presso la Pineta Grande anche i posti autorizzati esistenti presso Villa Ester, Padre Pio e Villa Bianca, che sono ulteriori rispetto a quelli accreditati e presi in considerazione dal Decreto del Commissario”.
Rischiano il giudizio anche l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio, e l’ex dirigente della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, Salvatore Buonomo, trasferito a Potenza nel novembre 2019. La Procura ha chiesto poi l’archiviazione per 12 indagati, tra cui un medico e undici ex consiglieri comunali di Castel Volturno, che avrebbero partecipato all’emissione degli atti ritenuti illegittimi, senza però avere alcun vantaggio o favore da Schiavone.