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Non si placa la polemica innescata dalla pessima gestione degli oltre 17 mila turistici arrivati alla Reggia di Caserta domenica scorsa per la prima “Domenica al museo”, occasione di accesso gratuito mensile voluto dal Mibact per tutti i musei italiani e per tutte le prime domeniche dei prossimi mesi.

A parlare questa volta sono i sindacati,  dopo i commenti risentiti del direttore Mauro Felicori alle notizie riportate dalla stampa,  e dopo il flash mob annunciato dai Verdi in difesa del super direttore e contro i sindacati  “allarmisti “.

“In riferimento a notizie di stampa apparse sulle cronache locali circa la vicenda degli intensi afflussi di visitatori alla Reggia di Caserta – scrivono in un nota congiunta la Segreteria Generale  e quella Regionale della Fp CGIL –  l’occasione è propizia per manifestare, ancora una volta, i gravi profili di  criticità cui è sottoposta la tutela e la conservazione del nostro incommensurabile patrimonio artistico e culturale.

E’ il caso, tra gli altri,  della Reggia di Caserta dove le annunciate e sbandierate aperture straordinarie stanno determinando pesanti problemi al personale, alla sicurezza del sito ed a quella  dei visitatori.

Ancora una volta gli “spot pubblicitari” celano una realtà ben diversa da quella che si vorrebbe propinare all’opinione pubblica.

La verità è che la carenza di organico, surrogata a mala pena da deleteri processi di privatizzazione, la mancanza di strumenti tecnologici idonei, l’assenza di un piano che ridefinisca il valore primario della tutela senza subordinarla ad una sbagliata  idea di valorizzazione, stanno mettendo a dura prova la stessa integrità dei nostri beni culturali.

Attribuire al Sindacato la responsabilità di voler contrastare l’attivismo  dei neo direttori manager è il segno di una concezione meramente propagandistica che nulla ha a che vedere con la inderogabile necessità di coniugare la salvaguardia di un primario bene pubblico con la sua fruizione.

Anziché lanciare anatemi, la dirigenza muova piuttosto (se ne è capace!) un duro monito alla politica perché crei tutte le condizioni necessarie al fine di permettere ad un comparto, quale quello dei Beni Culturali, di assolvere appieno al suo ruolo strategico di motore del rilancio socio economico dei nostri territori e, al contempo, di farsi strumento primario di salvaguardia della nostra “memoria storica” da lasciare integra alle future generazioni”.