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Caserta – Prevedibile la fiumana di visitatori che oggi ha invaso la Reggia, scegliendo il monumento vanvitelliano come location ideale per la giornata di festa del 25 aprile da trascorrere tra giardini monumentali e percorsi museali. Altrettanto prevedibili i limiti di disposizioni per la tutela del bene, puntualmente ignorati già nei giorni di ordinario flusso turistico.

Perchè non solo si continua ad entrare al monumento dotati di palloni, zaini, borse frigo senza che un servizio funzionale e adeguato di deposito/ guardaroba ne impedisca l’accesso, ma anche lì dove forme e strumenti di tutela sono stati messi in campo nessuno si preoccupa di rispettarli o farli rispettare.

Vale per il tappeto/guida apparso da qualche settimana solo in alcune sale del Museo, discutibile dal punto di vista estetico ma apprezzabile dal punto di vista funzionale a salvaguardia del pavimento settecentesco in cotto dipinto ad olio già ampiamente deteriorato da anni di calpestio massivo da parte di visitatori e fruitori del monumento.

Mancano i cordoni laterali che obblighino il percorso esclusivamente lungo il tappeto, come mancano la collaborazione e la sensibilità di alcune guide turistiche che per prime ignorano il tappeto su cui rimanere insieme ai visitatori al seguito, relegando gli addetti alle sale al ruolo di “sceriffi” sottodimensionati rispetto al numero di visitatori autorizzati alla visita in gruppi scaglionati. Troppe persone insieme per apprezzare le bellezze che la visita offre, troppe per vedersi garantiti audioguide funzionanti e che non perdano il segnale, troppe per non vivere assembramenti continui anche nei luoghi di passaggio. Soprattutto nelle anticamera i gruppi si disperdono, attratti dai dettagli degli arredi, dai particolari unici delle opere in mostra, o semplicemente dal panorama che si rivela fuori dalle finestre.

E seppure appare paradossale la necessità di inserire e specificare nel regolamento della visita alla Reggia l’uso esclusivo del tappeto/guida nell’una/due stanze dove esiste, altrettanto paradossale appare l’indifferenza nei confronti di regole ben note come il non utilizzo degli spazi monumentali a mo’ di solarium, campi sportivi, parco giochi, bivacchi e quant’altro.

Restano eluse le regole di buon senso e civiltà anche lì dove i rifiuti di una giornata all’aperto andrebbero depositati negli appositi cestini, come l’invito a non utilizzare gli alberi monumentali a mo’ di giostrine per bambini, o gli anfratti monumentali come gabinetti quando quelli esistenti all’ingresso del Giardino Inglese risultano fuori uso e per un bisognino occorre percorrere ben 3 chilometri di Parco fino ad arrivare agli unici bagni pubblici, per giunta a pagamento, esistenti nel cortile della Reggia. E pazienza se la fila da rispettare è lunga e alla meta manca carta igienica, sapone, e un minimo di igiene e decenza.