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di Anna Rita Santabarbara

Caserta – Il 25 aprile,  è un giorno di festa, segnato in rosso sul calendario. Come Natale, il 1 maggio o il 2 giugno. Ma cosa festeggiamo in questa data? Lo abbiamo chiesto ad alcuni giovani che non sempre hanno saputo dare una risposta. Allora, cari ragazzi e ragazze, una risposta proviamo a darvela noi.

Il 25 aprile ricorda agli italiani un evento storico e simbolico al tempo stesso: la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista avvenuta nel 1945.

Si tratta di una data simbolica, perché l’Italia non fu liberata tutta in un solo giorno. Il 25 aprile vennero liberate le ultime città italiane roccaforte delle truppe tedesche: Milano e Torino. E a liberarle furono, contrariamente a quanto si crede, i cittadini stessi che insorsero affiancati e sostenuti dai gruppi partigiani. Gli alleati anglo-americani, infatti, arrivarono soltanto il 1 maggio. Ma la guerra continuò ancora per qualche giorno, fino al 7 maggio, quando la Germania firmò la resa incondizionata.

La data convenzionale del 25 aprile fu proposta e scelta con un decreto del 1946 dal neonato governo di unità nazionale guidato da Alcide De Gasperi. La data fu poi fissata in maniera definitiva con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata dallo stesso De Gasperi in Senato nel settembre 1948.

Ma la Resistenza, specie al sud, era cominciata molto tempo prima. Precisamente, l’8 settembre 1943, quando gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia e cominciarono la risalita della penisola. Una data simbolo di riscatto politico e civile, ma che segnò anche l’inizio di una situazione di caos e violenza brutale. Il governo di Pietro Badoglio aveva, infatti, preso a trattare in segreto con gli alleati, con i quali, sempre segretamente, aveva firmato l’armistizio il 3 settembre 1945 a Cassibile, nei pressi di Siracusa. Quando la sera dell’8 settembre gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia resero noto l’armistizio senza che, però, i comandi dell’esercito italiano fossero stati istruiti sull’atteggiamento da usare nei confronti dei tedeschi. Furiosi, questi ultimi accusarono gli italiani di tradimento. Solo il 13 ottobre il governo di Badoglio dichiarò ufficialmente guerra alla Germania.

Nel frattempo, le truppe alleate avevano risalito la Calabria ed altri reparti erano sbarcati a Salerno. Napoli fu la prima città europea, dopo una resistenza eroica condotta per quattro giorni, dal 27 settembre al 1 ottobre, per stradine, vicoli e case, fu la prima città europea a liberarsi dai tedeschi. Nel casertano, una delle battaglie più cruente fu quella del Volturno, combattuta tra il 12 e il 14 ottobre del 1943. Alla fine dell’anno, il sud era stato liberato.

La risalita della penisola, però, si rivelò piuttosto lenta e difficoltosa, e solo nell’aprile del 1945 gli alleati riuscirono ad irrompere nella Pianura Padana. Dopo la liberazione di Milano e Torino, il 25 aprile appunto, Mussolini decise di fuggire. Ma il 27 aprile, nascosto su un camion di una colonna tedesca diretta verso la Valtellina, fu intercettato dai partigiani e fucilato il giorno successivo.

Una giornata storica importante, dunque, quella del 25 aprile, che vive soprattutto nei racconti e nei ricordi degli ultimi sopravvissuti che oggi hanno tra gli 80 e i 90 anni. Una generazione fortunata, la nostra, poiché quelle che verranno tra qualche decennio, della seconda guerra mondiale e della liberazione dal fascismo e dalla dittatura potranno avere un resoconto soltanto attraverso i libri di storia.

Anche altri paesi europei ricordano la fine dell’occupazione straniera durante la Seconda guerra mondiale: Olanda e Danimarca la festeggiano il 5 maggio, la Norvegia l’8 maggio, la Romania il 23 agosto. In Etiopia il 5 maggio si festeggia la festa della Liberazione dall’occupazione italiana avvenuta nel 1941.