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Casal di Principe (Ce) – “Non avevamo un caso Lombardia a febbraio-marzo, e non lo abbiamo oggi altrove, ma tutto il territorio nazionale è potenzialmente a rischio. Faccio comunque fatica a pensare ad un nuovo lockdown generalizzato, se continuiamo a seguire le regole”. È quanto ha affermato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a Casal di Principe, dove ha preso parte all’incontro “L’emergenza fra roghi di rifiuti e Covid -19”, promosso dal Consorzio nazionale dei rifiuti in polietilene Polieco, in collaborazione con il Comitato don Peppe Diana; presenti l’Incaricato per il fenomeno dei roghi di rifiuti in Campania Filippo Romano, il generale dei carabinieri Forestali Ciro Lungo e la direttice di Polieco Claudia Salvestrini.

Sileri ha risposto ad una domanda sull’ordinanza del Governatore De Luca, l’ultima, ha detto lo stesso De Luca, prima di un nuovo lockdown. “A differenza della Spagna, della Francia e dell’Inghilterra – ha spiegato Silerinon abbiamo incrementi del 20 per cento al giorno, ma la crescita è molto lenta.  È peró ipotizzabile che ci siano chiusure chirurgiche come un supermercato, una scuola, ma tutto per breve tempo. È certo infatti che laddove vi sono più contagi, laddove ci sono difficoltà sulle distanze con persone che non usano la mascherina, è chiaro che servono delle regole più rigide. Ma se noi oggi riusciamo a trovare 1600 positivi, che non significa malati, vuol dire che gli italiani hanno seguito le regole. Regole che sono state le più rigide d’Europa e che oggi ci permettono una certa libertà. Non si deve paragonare la situazione di oggi con quello che abbiamo vissuto a febbraio quando la porta di ingresso fu la Lombardia”.

Sulla situazione della Terra dei Fuochi e delle sue implicazioni sanitarie sulla popolazione, argomento passato in secondo piano con l’emergenza Covid, Sileri ha sottolineato che “la mia preoccupazione sono gli screening che purtroppo in questo periodo di emergenza Coronavirus non sono stati fatti, e quindi ora qui bisogna fare un investimento importante per farli. Penso a questa area funestata da patologie neo plastiche legate all’inquinamento ambientale. Abbiamo fatto dei protocolli per quelle problematiche non legate al Covid. Gli ospedali, dovendo gestire i pazienti Covid purtroppo stanno rimanendo indietro su cose su cui già prima erano indietro, penso a tutte le prestazioni specialistiche, agli interventi chirurgici; il problema delle liste di attesa non è un problema di oggi. Nella programmazione che in alcune Regioni è già partita, penso sia fondamentale creare dei canali che coinvolgono anche il privato, nel senso che un privato che possa aiutare il pubblico con le regole del pubblico in questo momento puó aiutare a sopperire anche con gli screening”.

Il Viceministro della Salute ha poi fatto una battuta sul Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità), tanto inviso ai Cinque Stelle quanto ben accetto dal resto della maggioranza. “Sul Mes non si tratta di essere contrari di principio perchè uno appartiene ad una bandiera politica, si tratta di valutare bene il trattato che c’è dietro. Il trattato è scritto e ci sono degli articoli che prevedono meccanismi di allerta ed eventualmente di rientro che potrebbero crearci dei problemi di tagli da qualche altra parte tra qualche anno. Bisogna valutare bene, visto che ci sono già vincoli in un trattato che non è di oggi. Io parlo però da cittadino” ha concluso.