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Caserta – In tema  di Politiche Sociali, i sindacati chiamano alle proprie responsabilità tutti i sindaci di Terra di Lavoro. E chiedono un tavolo di programmazione urgente che attui immediatamente tutti i progetti di contrasto alla povertà rivolti alle fasce più deboli. In caso contrario, avvertono, la CGIL CISL UIL  si rivolgerà alla Prefettura per richiamare alle proprie responsabilità tutti i soggetti interessati. Un out-out che arriva dopo mesi di attesa e criticità manifeste alle quali le istituzioni preposte non hanno prestato le dovute attenzioni e azioni.

“Mai come in questo periodo – si legge nella nota di Cgil, Cisl e Uil – il nostro territorio ha la necessità di affrontare sfide con la partecipazione sinergica di tutti gli attori, per una programmazione territoriale mirata. Sul tema delle politiche sociali le problematiche da risolvere nella nostra provincia sono ancora troppe.  Da Caserta a Santa a Maria a Vico e Maddaloni, da Teano a Casaluce a Mondragone, per citare solo alcuni dei comuni capofila, negli ultimi mesi sono stati numerosi gli episodi di criticità, inefficienze, inadeguatezza delle risposte: ogni ambito socio-territoriale è caratterizzato dalle sue specificità e dalle proprie problematiche strutturali ma il comune denominatore è che a pagare lo scotto sono sempre i cittadini, e in particolare le fasce più deboli. Il commissariamento dell’ambito C3, con capofila Teano, causato da gravissime responsabilità politiche, e addirittura la sospensione totale dei servizi nell’ambito C2, in cui Santa Maria a Vico e Maddaloni si alternano da anni il ruolo di capofila, sono gli esempi lampanti di una mala gestione complessiva delle politiche sociali nella nostra provincia. Come organizzazioni sindacali abbiamo più volte avanzato richieste di incontro  per monitorare  gli interventi e le necessità  e per mettere in campo strumenti  già  individuati per contrastare le critiche condizioni di povertà in cui versano numerose famiglie  e pensionati della nostra Provincia, con gravi responsabilità da parte dei sindaci e dei coordinatori degli ambiti”.

E gli strumenti di contrasto alla povertà ci sono, peccato che nessuno sembrerebbe interessato ad attivarli. Tra questi i progetti di “protezione sociale come  il PAC, che è un Piano d’Azione e Coesione, nonché uno strumento di riprogrammazione rivolto all’infanzia e agli anziani non autosufficienti, che necessita di un urgente rilancio dei programmi in grave ritardo, garantendo e concentrando le risorse su alcune priorità; o il SIA , Sostegno all’Inclusione Attiva. Quest’ultimo andrà in continuità dal 1 gennaio 2018 insieme al REI, Reddito di Inclusione, altra importante misura di contrasto alla povertà, che prevede un contributo economico e un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa ai beneficiari. In definitiva, considerata l’importanza e la portata di questi strumenti, Cgil, Cisl e Uil sollecitano con forza le istituzioni a convocare quanto prima i Tavoli di Programmazione che definiscano e attivino gli strumenti innovativi disponibili contro la povertà, rispettando il fiato corto delle fasce più deboli ridotte allo stremo.