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San Nicola La strada (Ce) – A 42 giorni di distanza dalla tromba d’aria che sconvolse l’area a sud di Caserta, i danni fanno ancora mostra di sé. E se all’evento metereologo eccezionale bastarono pochi minuti per danneggiare tutto quello che incontrava sulla sua  strada, quanto tempo occorrerà ancora alle amministrazioni comunali per rimettere tutto a posto e garantire la pubblica incolumità?

Se lo chiedono i cittadini di San Nicola La Strada e quanti percorrono viale Carlo III da Caserta verso il casello autostradale Caserta Sud schivando la struttura di ferro e legno che un tempo doveva essere la base di una casetta e che oggi rappresenta un pericoloso ingombro che sporge di 50 centimetri verso la carreggiata di transito per bici, automobili e tir.

Con tanto di foto a corredo, la denuncia rimbalza su facebook e non si limita al caso della casetta scrollata e lasciata lì a minacciare la sicurezza di una delel strade più trafficate della provincia.

“I vari enti interpellati tramite PEC il 26 marzo 2018 riescano a trovare il tempo e del personale idoneo per effettuare almeno un sopralluogo visivo sul posto? – commenta un internauta – i 50 cm per i quali sporge verso il nastro d’asfalto rappresentano già da soli una grave minaccia e non ci vuole certo un pool di esperti per rendersi conto che se dovesse transitare un grosso tir contemporaneamente ad una bici,un passeggino o una carrozzina per disabili, lo spostamento d’aria inevitabilmente creerebbe condizioni tali che anche una banale perdita di equilibrio metterebbe fine alla vita di una persona. Certo qualcuno si scaglierà contro chi si ostina a voler usare la strada e non la pista ciclabile, dimenticandosi che anche di questa da 41 giorni ne viene impedita la corretta fruizione, proprio in virtù della scomoda presenza della struttura caduta. Misurando in tre punti la distanza tra il marciapiedi e questo enorme ammasso di legno e ferro ci accorgiamo che nel tratto della sporgenza verso il vialone abbiamo 1 metro poi diventano 60 cm e poi nella parte finale 45 cm, ma inframmezzati da svariate staffe metalliche sporgenti per 4 o 5 cm, il che impedisce di fatto a qualsiasi persona anche solo a piedi di percorrere questo tratto senza rischi per la propria incolumità”.

Il reportage fotografico documenta anche un tratto di recinzione sopravvissuto alla tromba d’aria ma che sporge pericolosamente verso il marciapiedi, mentre  tutta l’area una volta adibita a vendita di veicoli anche usati appare ancora invasa da guaine bitumate, poliuretano espanso, lattine di vernice anche spray, e pneumatici (tutti rifiuti smaltibili solo come “speciali”). Su tutto svetta la cassetta di un  contatore elettrico con i cavi ancora in tensione legati “maldestramente” con fil di ferro.