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Caserta – Anche sul fronte vaccini obbligatori previsti dalla legge Lorenzin si aspetta l’esito delle urne del 4 marzo.

Tutti fermi ai blocchi, operatori sanitari e scolastici da una parte e genitori “no vax” dall’altra, in attesa che il nuovo Governo spazzi via la scadenza della legge che fissa al 10 marzo il termine ultimo, e senza proroghe, per la vaccinazione dei bambini iscritti a scuola. Pena la non ammissione o espulsione da asili e scuole materne, o sanzioni da 100 a 500 euro per genitori di studenti da 6 anni in su.

Si procede per escamotage e temporeggiamenti d’ogni tipo, fanno sapere dall’Asl di Caserta, tra e-mail certificate che rimandano ad appuntamenti di carattere informativo, a prenotazioni effettuate e poi annullate per futili motivi.

Insomma un temporeggiare che, se da una parte illude i genitori di essere al riparo da multe, se non altro per dimostrata volontà di vaccinare i figli salvo poi ritardi e contrattempi, dall’altra non consente agli operatori sanitari di avere chiara la mole di vaccini obbligatori ancora da fare in meno di un mese.

Eppure, nonostante il countdown del 10 marzo corra sulle ali del dibattito pre-elettorale, i carteggi tra istituti scolastici di Caserta e provincia e uffici Asl continuano senza sosta, dove i primi sono chiamati ad informarsi presso l’Asl provinciale se le autocertificazioni fornite dai genitori ad inizio anno scolastico abbiano avuto o meno seguito con vaccinazioni realmente effettuate e certificate.

Stabile, invece, la situazione sul fronte dei nati nel 2015, con percentuali del 95% raggiunto per l’esavalente (poliomelite, tetano, pertosse, difterite, epatite B, HIB) e del 92% per il quadrivalente (morbillo, rosolia, parotite, varicella), su un totale di 8mila e 400 bimbi censiti in tutta la provincia.

Dati che, se da una parte allontanano il rischio epidemia dichiarato a partire dal 2014, con percentuali di appena il 93% per l’esavalente e addirittura il 75% scarso di vaccinati MPR (morbillo, parotite e rosolia), dall’altro spostano il problema sul tavolo della politica che, oramai priva di credibilità agli occhi dei cittadini, è costretta ad imporsi.