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Castellammare di Stabia (Na) – Le immagini del tamponamento e poi l’aggressione da parte di cinque persone che colpirono in ogni modo e con ogni mezzo un uomo intervenuto solo per sedare la rissa. Si trattava di un Carabinieri fuori servizio che si era inserito nella discussione per sedare gli animi ma ha avuto la peggio.

Dopo 4 mesi sono arrivate le sentenze per le sette persone coinvolte che hanno ricevuto delle pene, da parte del Gip Criscuolo del tribunale di Torre Annunziata, che vanno dai 3 anni e 8 mesi ai 7 anni e due mesi, pene che riguardano i quattro più adulti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato. 

Tre anni e 8 mesi per Manuel Spagnuolo per il furto del borsello durante l’aggressione di Giovanni Ballarò. Pugno duro anche per tutti gli altri che devono rispondere di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e si tratta di: Ferdinando Imparato, Pio Lucarelli, Carmine Staiano, Giovanni Salvato e Antonio Longobardi. Per tutti è arrivata la condanna a 7 anni e 2 mesi di reclusione.

Soddisfatto il sindaco di Castellammare di Stabia Cimmino per le condanne inflitte dal tribunale di Torre del Greco.

Perché è giusto; perché siamo una società civile; perché non è possibile attaccare in quel modo un pubblico ufficiale; perché non si può martoriare ancora e ancora il nome della nostra città. Su mio specifico atto di indirizzo, per tutelare l’immagine di Castellammare di Stabia e di tutti i cittadini stabiesi, l’Ente di Palazzo Farnese si è costituito parte civile nel processo in corso contro gli aggressori del carabiniere Giovanni Ballarò.
I fatti avvenuti nella notte tra il 1 e il 2 agosto scorso rappresentano un colpo al cuore della città. Quel giorno ci svegliammo scossi e impauriti, messi all’angolo da ragazzi fuori controllo, con un appuntato dei carabinieri che lottava tra la vita e la morte, con il nome di Castellammare sulle pagine di cronaca di tutta Italia. “Castellammare è un’altra cosa”, dichiarò allora ai giornali Ballarò, che raggiunsi anche telefonicamente poche ore dopo l’aggressione.
E pochi giorni dopo l’intera città, quella vera, era in piazza: cittadini, associazioni, forze dell’ordine, diocesi, sindaci del comprensorio. Castellammare, che non dimentica mai il motto del suo stemma, si è rialzata ancora una volta e ancora tante volte si rialzerà ove ve ne fosse bisogno.
Cinque mesi dopo quella tremenda notte ho ricevuto nel mio ufficio di Palazzo Farnese tre ragazzi, coetanei di quelli che oggi si trovavano a Torre Annunziata per essere processati per aver mandato un carabiniere in ospedale. A Francesco, Ivan e Nunzio ho regalato il crest su cui è impresso il nostro stemma con tanto di motto. Li ho invitati perché quei tre giovani nei giorni scorsi si sono rimboccati le maniche ed hanno ripristinato i danni causati dai vandali a piazza Fontana Grande.
Voglio dire che Castellammare “deve” essere questa: una città dove i cittadini si impegnano per il prossimo, dove anche i giovani danno l’esempio, dove l’impegno ed il merito vengono sempre premiati. Gli aggressori di Ballarò sono ragazzi ma meritano una pena esemplare per quello che hanno fatto. Dopo vorrei poi che svolgessero dei lavori per la città per donare opere preziose alla collettività che hanno ferito e tornare quindi nella società civile da veri stabiesi. A quel punto li aspetterò nel mio ufficio e sono certo che anche Ballarò sarà al mio fianco. Conserverò un crest per ognuno di loro”.