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Napoli – Era il 23 maggio del 2018, l’ora le 19.35: Carlo Ancelotti diventava ufficialmente l’allenatore del Napoli. Le pistole col presidente Aurelio De Laurentiis come due agenti in missione per conto della città. Il 4-4-2, l’Europa dell’uomo che “preferisce la coppa” e le turbolenze del ritiro. Poi l’ammutinamento e il divorzio, che viene annunciato alle 23.38 del 10 dicembre 2019. Una storia durata 566 giorni. 

Ieri sera l’ex tecnico azzurro è stato ospite  a “Tiki Taka – La Repubblica del pallone”, il talk show sportivo condotto da Piero Chiambretti in onda in seconda serata su Italia 1. Durante la trasmissione l’allenatore dell’Everton ha parlato del suo passato recente a Napoli. “Sono esperienze dolorose che passano però nel giro di un attimo. Bisogna guardare avanti. Alla fine di tutto saranno sicuramente di più i ricordi belli di quelli negativi. Il calcio è una mia grande passione ma tale rimane. Ci sono cose più importanti nella vita, soprattutto in questo periodo. Gattuso ha carattere, si è fatto le sue esperienze e mi aspettavo potesse fare un ottimo lavoro. Rino ha le capacità per farlo”. Poi su un suo ritorno in Italia, confessa: “Comincio a diventare vecchiotto…”. Sul suo modo di allenare che non prevede la frusta, spiega: “È un discorso complicato. Nella mia vita, fortunatamente, nessuno ha mai usato la frusta contro di me, né mio padre, né i miei allenatori. Se una società mi sceglie per usare la frusta ha sbagliato indirizzo”.

Ancelotti ha parlato anche della nuova vita di Andrea Pirlo, attuale tecnico della Juventus: “Non ha bisogno di consigli ma gliene voglio dare uno: se deve affondare che affondi con le proprie idee e non con quelle degli altri”. Poi su Cristiano Ronaldo: “Non è mai successo che gli dicessi di non giocare perché è un giocatore che è più bravo degli altri. Non bisogna essere degli scienziati per capirlo”.