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Diciotto giorni di ritiro ed idee più chiare. La prima conferenza “tecnica” di mister Carlo Ancelotti è un excursus a 360 gradi di quasi tre settimane di lavoro duro ma che comincia a dare i suoi frutti. Dalla struttura all’hospitality, dall’ambiente napoletano al rapporto col presidente, passando in rassegna quasi tutti i singoli della rosa a disposizione del tecnico di Reggiolo.

L’ospitalità
“Ottima la struttura che ci ha ospitato come l’organizzazione di ogni dettaglio. Personale dell’hotel molto disponibile, campo in perfette condizioni e tifosi fantastici, anche se mai mi era capitato di vivere un ritiro con gli spettatori sugli spalti. Ma i tifosi danno una spinta clamorosa, creano familiarità e devo dire il vero lo trovo molto maturo”.

Il gruppo
“E’ sano e si applica molto, con grande qualità. La fortuna è non aver avuto grossi intoppi, tranne gli infortuni di Meret e Zielinski, per il resto si è lavorato con continuità. E’ un’esperienza diversa dalle altre, un gruppo così giovane ma motivato non l’ho mai allenato. Se penso ad un anno fa, quando dovevamo allenarci col misurino, mi dà fiducia il fatto di poter forzare con loro. Vanno solo messi tutti sullo stesso piano, sono convinto ci sarà spazio per tutti: ho trovato alcuni giocatori spremuti ed altri un pò giù di morale perchè poco utilizzati. Questo gruppo avrà una mentalità vincente quando potrà ritenersi gruppo, remando dalla stessa parte”.

Calendario
“Il sorteggio è caso, fatalità. Le affronteremo tutte, in casa e fuori. Non confronto nè i calendari nè l’attuale condizione delle rivali. Posso solo garantire che saremo prontissimi per la prima di campionato e non perchè c’è un avversario tosto come la Lazio ma perchè abbiamo fatto la preparazione per essere al meglio per l’esordio”.

Gli striscioni contro il presidente
“Non li capisco, mi sorprendono un pò. Se il Napoli in dodici anni ha avuto questa crescita esponenziale, il merito è tutto del presidente che ha operato bene sia contabilmente che tecnicamente. Con lui si è subito instaurato un rapporto cordiale, parliamo poco di calcio e tanto di cinema, la mia grande passione. Sono venuto a Napoli non perchè il presidente mi aveva garantito top player, ma perchè mi piaceva il progetto”.

La difesa
“La trattativa arenata con Sabaly non complica affatto i nostri piani. Perchè non abbiamo urgenze, siamo sereni e sappiamo che ci sono ancora tanti giorni di mercato. Ho trovato un Maksimovic elastico e veloce che si esprime certamente meglio sul centrodestra”.

Il centrocampo
“Lì in mezzo possiamo divertirci tantissimo perchè ho sei, anzi con Grassi sette, giocatori con caratteristiche diverse. Rog ha strapotere fisico, Grassi mi sta sorprendendo, Hamsik in una posizione nuova sembra un veteraneo, ha qualità e ampiezza da vendere, Diawara è alternativa ottima, ha freschezza soprattutto per copertura davanti la difesa”.

L’attacco
“E’ il reparto che fa parlare di più, per motivi legati al mercato e a Cavani che resta solo una voce. Inglese può far bene, è umile e sa che dovrà lottare per ritagliarsi spazio. Milik sta finalmente bene e lavora con serenità, non mi aspetto da lui solo gol ma anche costruzione per la squadra. Mertens arriverà il 6 e sarà un nostro centravanti, Insigne non ha bisogno di presentazioni mentre Callejon è un valore aggiunto perchè gli ho dato una soluzione in più: non solo attacco alle spalle del difensore ma anche ingresso in mezzo al campo”.

Il ritorno in Italia
“Dopo nove anni torno in Italia e sono felice. Soprattutto per la lingua e per la maggiore facilità di comunicare non un movimento ma un’emozione. Quando mi diverto sono pericoloso”.